Ho realizzato una cosa…siamo nostro malgrado succubi del nostro cervello..
Lui che ci comanda, lui che decide quale debba essere il nostro carattere, lui che orchestra il nostro modo di predisporci alla vita, lui che è sempre ingordo di informazioni, di suoni, colori, luci, profumi, immagini… ed in questo modo ci fa abituare alle cose che facciamo nella quotidianità e fa si che quello che era impensabile diventa normale e quello che prima pensavamo potesse essere irraggiungibile diventi meta ormai dimenticata, obsoleta…e per un viaggiatore ogni luogo raggiunto e visto diventa bagaglio di esperienza e più questo luogo è sembrato difficile da raggiungere più alto diventa il livello di difficoltà per raggiungere il “prossimo” luogo da vedere e vivere.
Pensavo a queste cose mentre l’asfalto correva sotto le ruote della mia moto di ritorno dalla “gita fuori porta” alle Cinque Terre fatta a Giugno. Ebbene si, “fuori porta”, perché quella che poteva sembrare al mio cervello ed alla mia mente come una meta lontana e difficile ed impegnativa fino a pochi mesi prima, di colpo è diventata parte di un bagaglio di cose già fatte, di cose “facili”, di cose che sono servite a creare un immaginario “step” da cui iniziare a pensare a qualcosa di più “difficile”.
Già da inizio anno avevamo pensato ad una vacanza in Grecia con le nostre moto, ma le problematiche di questo paese in grave difficoltà economiche ci sono sembrate dapprima preoccupanti per divenire poi insormontabili e ci avevano fatto accantonare il pensiero… il cervello…
Tutto era finito nell’angolo delle “cose da non fare” ma l’energia ricavata dal viaggio alle Cinque Terre mi ha fatto spolverare l’idea della Grecia e ci siamo decisi a raggiungere questo nuovo piccolo traguardo da viaggiatore anche se tutte le persone che abbiamo interpellato ci avevano sconsigliato caldamente la terra ellenica come meta delle nostre agognate vacanze.
Un paio di settimane prima della partenza tafferugli ad Atene, blocco dei camionisti, problemi con derrate alimentari e carburanti, notizie più che sconfortanti dai (pochi) turisti italiani in terra greca rimasti a piedi o con grossi problemi per raggiungere le località di villeggiatura.
Ma noi ormai avevamo deciso… ah… il cervello… lui… era dalla nostra parte…e cosi’ il 16 agosto le nostre fide ed amate cavalcature puntano fiere e cariche di bagagli verso il porto di Ancona.
Siamo felici ma preoccupati…sappiamo che rischiamo di non trovare carburante per completare il giro completo che ci siamo prefissi.. sappiamo che probabilmente qualcosa andrà storto…sappiamo che se questa eventualità si dovesse presentare di sicuro le nostre (uniche) vacanze dopo un anno intero di lavoro andrebbero a farsi benedire… ma il cervello..lui..è dalla nostra… e si va…
Imbarchiamo ad Ancona alle 15 come da tabella di marcia ed in perfetto orario salpiamo verso Igoumenitsa.
Il traghetto della Minoan non è molto pieno ed il viaggio scorre senza intoppi. Abbiamo fortunatamente prenotato due poltrone business che si rivelano comodissime e ci permettono (grazie anche ad un paio di pasticchette miracolose) a dormire profondamente tutta la notte.
Ci siamo documentati in modo approfondito nell’ultimo mese, abbiamo costruito un itinerario ad hoc che in 10 giorni ci farà “assaggiare” la Grecia partendo dalle cose forse più scontate o turistiche, ma sono dell’idea che come tutte le cose, anche la visita in un paese nuovo e diverso dal nostro vada fatta per gradi per permettere un inserimento graduale e senza choc in una società con usi, modi e costumi diversi da quelli a cui siamo abituati.
Alle 9 in punto le mie Continental toccano il territorio greco. Ebbene si..ci siamo.. siamo arrivati in Grecia. Foto di rito, una controllata al Road Book del primo giorno e ci avviamo. La destinazione di oggi è Kalambaka, ai piedi delle maestose Meteore.
L’aria del mattino è fresca ma preannuncia che la giornata sarà tutt’altro che mite e sappiamo già che farà molto, molto caldo.
L’uscita dal porto ci lascia un po sgomenti.. gli interfono sono accesi ma non si sente neppure un fiato arrivare dal casco di Alessandra che mi segue in sella alla sua fiammante Honda turisticizzata e bagagliata per l’occasione. Case fatiscenti, strade piene di buche con un manto che ha più le sembianze di una immensa saponetta piuttosto che di un rassicurante nero e “gripposo” asfalto. Sentiamo le moto che scivolano in curva e siamo un po impauriti. Per prassi cerchiamo sempre di evitare il più possibile le autostrade durante i nostri viaggi in moto e quindi sappiamo che ci attendono 200 km di stradine di montagna e non riusciamo a capire cosa ci dobbiamo aspettare visti i primi terrificanti chilometri percorsi da quando siamo sbarcati da Igoumenitsa.
La velocità di crociera è molto bassa, stiamo sempre sui 60/70 km all’ora ma ad ogni curva inaspettatamente stretta abbiamo un sussulto perché abbiamo paura di cadere. Siamo dei piccoli “viziatelli”, abituati al grip fantastico delle strade delle nostre montagne e ci metteremo un bel po a prendere confidenza con le strade greche.
Arriviamo a Ioannina all’ora di pranzo sotto un sole cocente (per tutta la vacanza avremo la cattiva abitudine di viaggiare e spostarci nelle ore più calde della giornata..).
Ioannina è una “botta di vita” dopo chilometri e chilometri di “niente assoluto”.
La cittadina è carina e neppure tanto piccola. Se ne sta li affacciata al lago con il suo centro storico fatto di viuzze di pietra e con il nuovo centro costituito da una ragnatela di viottoli e stradine tempestati di negozi.
Auto, scooter, gente a piedi..sembra che tutto il nulla di pochi chilometri fa sia dovuto al condensato di vita che c’è nella città.
Mi sorge naturale una considerazione durante la visita a Ioannina, ovvero: posto che dietro ad ogni grande uomo, storicamente ci sia sempre stata una grande donna, io sono stra convinto che chi ha fondato Ioannina avesse dietro a se una donna molto simile alla mia Alessandra. A parte la questione della donna caratterialmente molto forte, di sicuro era una donna che amava oltre modo le scarpe. Avrò contato qualche decina di negozi di scarpe che sono una costante di tutte le viette del centro. In una parola sembrava di stare dentro ad un immenso megastore della calzatura. Sono fortunato che Alessandra oltre ad adorare le scarpe, adori anche la buona tavola, perché altrimenti io credo che saremmo ancora in giro a vetrine….
A Ioannina ci siamo gustati il primo Kebab greco in una “tabepna” vicino alle mura del centro storico. Che dire?fantastico.
Dopo aver deliziato il nostro stomaco una passeggiatina fino al lago e poi via, si riprendono le moto dal parcheggio a pagamento dove le avevamo lasciate (all’ombra ed al sicuro) e si riparte in direzione Kalamata.
La strada si inerpica nuovamente in mezzo alle montagne. Incrociamo e troviamo solo qualche macchina, qualche immenso tir V8 ed un pazzoide in bicicletta che ancora non capisco come potesse reggere a quell’inferno. La temperatura è abbondantemente sopra i 40° e soffriamo non poco vestiti di tutto punto con l’abbigliamento tecnico.
Finalmente tra un tornante e l’altro in questo territorio montano disabitato e molto aspro intravedo delle formazioni rocciose che sembrano piazzate li per sbaglio. I pinnacoli levigati che vedo sono le Meteore, scoperte durante la fase di preparazione del viaggio e delle quali negavo l’esistenza fino a poche settimane fa. Vederle li, a pochi chilometri nel loro essere “completamente fuori luogo” mi fa emozionare. Sono uno spettacolo della natura.
Arriviamo a Kalambaka alle 18 passate e non senza difficoltà troviamo l’hotel che non figura sulle mappe in quanto costruito non più tardi di un anno fa.
Siamo giunti alla nostra prima tappa di questo viaggio greco. Siamo decisamente in vacanza e ne stiamo respirando a pieni polmoni la – bollente – ma energizzante aria..
L’albergo è nuovo e molto carino, la camera grande e spaziosa con un balcone che guarda dritto dritto sulle Meteore.
Una doccia ristoratrice e siamo pronti per andare a degustare la nostra prima cena greca che si rivelerà deliziosa.
MAPPA DEL GIORNO:
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18.08.2010
Il risveglio del mattino ci fa respirare l’aria fresca che entra dal balcone. Quasi frizzante sembra impossibile che nel giro di poche ore diventi un vero e proprio turbine di fuoco. Le Meteore fanno capolino dall’alto del loro maestoso splendore ed ammiccanti ci invitano a consumare in modo molto veloce la colazione.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato in Grecia è che non ci si può affidare di certo alla segnaletica stradale. Quello che sapevamo già di nostro è che in Garmin lavora di sicuro qualche burlone e che la cartina stradale che abbiamo comprato prima di partire è ben poco dettagliata. La risultante di tutte queste congetture? si va a “naso”..e per fortuna il mio è di una certa dimensione…
Troviamo dopo 5/6 tentativi l’angusta stradina che si arrampica velocemente verso le Meteore.
E’ presto, perlomeno per la popolazione ellenica e per i pochi turisti e quindi la strada è deserta ed abbiamo tutto il tempo ed il modo di appostarci per le foto di rito e per permetterci il lusso di qualche inversione di marcia ben poco rispettosa del Codice della Strada.
Il bisonte GS si gira abbastanza agevolmente, ma forse sono io che ormai mi sono abituato a gironzolare con 300 e rotti chili di moto. Dal canto suo la Cbfina fa il suo mestiere e chi la guida di certo non si fa intimorire.
Parcheggiamo ai piedi della Grande Meteora mentre il traffico nella zona comincia ad intensificarsi. Tra pullman che fanno manovre in spazi poco più grandi di un fazzoletto, automobilisti non curanti delle difficoltà intrinseche nel parcheggiare una moto in salita o discesa e con il sottofondo del vociare delle donne delle bancarelle di souvenir, riusciamo a imboccare la scalinata che ci porterà al monastero.
Ci guardiamo intorno increduli. Ciò che per noi oggi sembra una sfacchinata è sicuramente una inezia rispetto alle mostruose difficoltà che devono aver sopportato i monaci che hanno costruito queste strabilianti e monumentali opere.
La visita al monastero ci trattiene per un paio d’ore, durante le quali cerchiamo di immaginare come deve essere stato trascorrere la vita a 650 metri da terra sopra una colonna di roccia.
Riprendiamo le nostre fide cavalcature quando ormai sono quasi le 13. La temperatura è notevolmente aumentata e il sole è cocente. Ovviamente si tratta di una partenza intelligente…ci aspettano 380 km di sole ed asfalto a 2.000 gradi. La destinazione di oggi è Corinto. Fortunatamente sotto le nostre ruote scorrono solo strade a scorrimento veloce, superstrade, autostrade e noiosissime e linearissime statalone che di norma eviterei come la peste ma che qui mi fanno molto comodo. Gs e CBF galleggiano sul scivolosissimo bitume greco a velocità di crociera ottimali. Qualche tappa di “raffreddamento” ed abbeveraggio per i piloti e una tappa di rifornimento per le moto ed alle 18 stiamo puntando dritti dritti verso Corinto, in perfetta tabella di marcia. Purtroppo da questa mattina il mio interfono ha smesso di funzionare. C’è qualche noia al microfono e di fatto io sento Alessandra parlare ma lei non sente me. Sono preoccupato perché qui in Grecia a occhio e croce danno la patente secondo un criterio che è quello dell’inversa proporzionalità rispetto alla sanità di mente. Tutti viaggiano a velocità supersoniche senza il minimo rispetto non solo alle norme del Codice della Strada ma anche e soprattutto rispetto alle comuni regole del buon senso. Mi sento responsabile verso la mia dolce metà che sta intraprendendo un viaggio che per lei è assolutamente impegnativo e di certo anche per me non si tratta di una passeggiata, ed il fatto di non riuscire a comunicarle eventuali pericoli nel modo in cui ci siamo abituati mi fa stare sempre un tantino in ansia.
Raggiungiamo l’Alkyon Hotel di Vrachati con discreto anticipo rispetto a quanto mi ero prefissato, facciamo il check-in più veloce della storia ed in un battibaleno siamo già immersi nelle fresche acque del mare di Corinto.
L’albergo è carino, di sicuro molto grande con una splendida piscina, ma è tutta facciata ed infatti le camere risultano molto old style.. ci ridiamo sopra ma siamo certi che l’arredamento della nostra camera abbia molte ma molte “primavere” sulle spalle.
Qui abbiamo previsto la mezza pensione e quindi abbiamo modo di cenare in albergo potendo scegliere liberamente al self service cosa e quanto mangiare. Cucina eccellente. I nostri sensi sono decisamente appagati. Dopo cena due ciaccole in piscina ma la stanchezza della giornata ha il sopravvento e ce ne andiamo a nanna prestino.
MAPPA DEL GIORNO:
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19.08.2010
Ci svegliamo come sempre prestino. Oggi ci attende una visita alla mitica Atene. Partiamo con una sola moto (finalmente scarica), imbocchiamo l’autostrada ed in pochissimo tempo ci ritroviamo catapultati nella caotica Atene. Sono molto teso. L’asfalto è sempre peggio mano a mano che la grande capitale si avvicina. Automobilisti e camionisti sono il fior fiore della criminalità organizzata su ruote e mi ritrovo con camion e pullman ed automobili impazzite che mi sorpassano da tutte le parti.
Cerchiamo con il navigatore un parcheggio a pagamento vicino a la Plaka, ma ovviamente a poche centinaia di metri il segnale Gps diventa offuscato e ci perdiamo. Seguiamo le indicazioni per un parcheggio e senza accorgercene arriviamo ad Omomonia…il bronx di Atene… che culo.. per fortuna Alessandra ed il suo sesto senso sono in modalità attiva e quindi scappiamo e riusciamo a trovare un altro parcheggio in zona più tranquilla vicino all’hotel Hermes. Il parcheggiatore è un tizio simpatico e mentre mi accompagna nel silos sotterraneo mi fa mille domande sul nostro viaggetto.. “wow!” .. mi sento un viaggiatore di quelli che si vedono solo in tv..
Atene è notoriamente una delle capitali mondiali della cultura. Tutti conoscono le gesta degli Dei che l’hanno popolata e vissuta, le battaglie. Ogni singolo metro quadro della città è intriso di storia. O perlomeno cosi sembra. Da la Plaka saliamo verso il Partenone e ci godiamo la storicità di tutto quello che vedono i nostri occhi e il nostro sguardo spazia su tutta la città sottostante. Atene è enorme..è davvero immensa.. ci sono case ovunque..a perdita d’occhio. Da buoni turisti godiamo i benefici di una granita dal proibitivo costo di 5 Euro che ci procura una sete insaziabile.
Ridiscesi nel cuore della zona pedonale della città gironzoliamo per i vicoli zeppi di negozietti, di taverne, bar e fast food. La giornata scorre velocemente e riusciamo anche a fare un po di shopping.
Il ritorno a Corinto è difficoltoso almeno tanto quanto l’andata ma questa volta siamo tranquilli perché più ci allontaniamo dalla città più il traffico diventa “facile” e gestibile.
Cenetta in albergo, due passi sul lungo mare, un mojito e la parte più “culturale” di questa vacanza se ne va. Domani ci trasferiamo nel Peloponneso a ridosso della penisola del Mani dove trascorreremo le ultime 4 notti.
MAPPA DEL GIORNO:
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20.08.2010
Altro stradone lungo e dritto, noioso come pochi. Tappa a pranzo a Sparta dove avremo modo di gradire uno dei kebab più buoni che mano umana abbia mai creato e giù verso Gythio, più precisamente a Selinitsa.
Ci attende l’Aktaion Resort che si rivelerà in una parola sola..una figata..
Residence nuovo con piscina e spiaggia privata, camera spaziosissima con balcone vista mare…ci sembra di essere in paradiso. Da qui inizia il riposo ed il relax.
Cenetta a Gythio in una delle tante “tabepne” sul porto. Cibo ottimo, gente cordiale, arietta fresca, si sta da Dio.
MAPPA DEL GIORNO:
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21.08.2010
Il giorno successivo decidiamo di rimanercene in zona, gustandoci una abbondante colazione del mattino e poi via in spiaggia dove scopriamo di essere soli soletti. Niente caos, niente marmocchi che urlano, niente di niente. Una meraviglia.
Siamo entrati nel pieno spirito della vacanza. Gli orari canonici della vita di tutti i giorni ormai ci hanno abbandonato. Facciamo ogni cosa solo se e quando ne abbiamo voglia senza condizionamenti. La mente è spenta.. se ne è andata in vacanza anche lei e la parola d’ordine è serenità e “buona vita”.
Prendiamo la moto che ormai è quasi buio con l’intenzione di fare un giretto in un paesetto vicino. Scolliniamo da Gythio puntando dritti verso il Mani ed arriviamo ad
Aeropoli. Ci perdiamo per le stradine con la moto e scendiamo fino ad un dirupo prendendo una strada sbagliata. Risaliamo e puntiamo a sud godendoci un interminabile tramonto. Arrivati a Gerolimenas decidiamo di fare due passi per poi ripuntare verso nord. Il paesino di pescatori è una piccola perla. Fantastico nel suo essere cosi piccolo ma cosi caratteristico e quasi fuori dal mondo. Ritorniamo ad Aeropoli, parcheggiamo la moto e ci gustiamo la piccola cittadina. A misura d’uomo nel vero senso della parola, Aeropoli è strepitosamente bella. Casette con pietre faccia vista, pavimento in pietra. Un’unica zona pedonale fatta di vicoletti dove perdersi per trovare qualcosa di bello dietro ad ogni angolo. La serata è piacevole ed anche il palato viene deliziato dai bignè al cioccolato prodotti in un negozietto/gelateria che attira inesorabilmente la nostra attenzione.
MAPPA DEL GIORNO:
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22.08.2010
Una delle meraviglie della Grecia è il clima. Di giorno il sole ti cuoce e l’aria è bollente mentre al mattino ed alla sera una fresca brezzolina regala veri momenti di benessere. Il tutto sempre accompagnato da un cielo terso ed azzurro come ho visto solo in pochi altri posti.
Ci svegliamo ormai senza sveglie..siamo in vacanza..le nostre testoline sono scollegate e non ci condizionano con pianificazioni delle giornate e con orari di qualsiasi sorta.
Consumiamo velocemente la colazione e prendiamo la moto in direzione di Sparta. Rifacciamo a ritroso forse l’unica strada divertente e sicura di tutta la Grecia, dove la sicurezza è determinata dal manto stradale rifatto da pochissimi giorni che ha un grip fantastico. Si disegnano traiettorie pulite e rotonde osando un pochino sia in virtù della maggior sicurezza fornita dal nastro antracite che scorre sotto le ruote, sia per effetto della totale assenza di mezzi a motore.
Arriviamo a Sparta e puntiamo a sinistra verso Mystras. Saliamo la stretta stradina che ci porta al primo accesso alle antiche rovine, dichiarate patrimonio dell’Umanità ma che di fatto sono abbandonate a se stesse senza particolari cure.
La guida dice che l’insediamento è stato abitato fino al 1953 e che nel monastero di Pantanassas vivono attualmente ancora due suore di clausura.
Mentre girovaghiamo da buoni turisti senza meta tra le rocce leggendo l’ottima guida Lonely Planet che ci sta accompagnando in questo viaggio in terra ellenica, siamo accompagnati solo dal fruscio del vento e dallo strillare delle cicale. La temperatura sale minuto dopo minuto ma riusciamo a refrigerarci negli anfratti ombrosi.
Torniamo all’ingresso e riprendiamo la moto per salire i due chilometri che ci conducono all’entrata alta che si trova ai piedi di quello che era un castello e che da fuori sembra tale.
Nonostante la stanchezza (siamo buone forchette e non buoni camminatori) decidiamo di arrampicarci fino al castello, fiduciosi di poter godere di chissa quale spettacolo. La delusione è grande nel constatare che dietro il muro di cinta giace il nulla più assoluto.
Vabbè.. l’ottimo kebab di Sparta si fa perdonare ogni fatica sopportata. Ritorniamo in albergo e ci godiamo la fine del pomeriggio in totale relax pronti per godere di una ennesima ottima cena.. Calamaro (gigante) ai ferri, torta di formaggio, mousaka, una ottima Mythos ghiacciata.. Eccezzzziunale….
MAPPA DEL GIORNO:
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23.08.2010
Siamo al penultimo giorno di permanenza a Gythio ed i piani per oggi (decisi tra un cornetto ed un succo di frutta a colazione) prevedono un giro intorno alla Penisola del Mani.
Territorio aspro ma decisamente affascinante fa convivere brulle montagne con un mare favoloso. Saliamo e scendiamo dalla collina alla riva del mare in continuazione e ci godiamo ottimi bagni ristoratori a Kokkala, Kotronas e ad Aghios Kyprianos. Gironzoliamo affidandoci solo al nostro senso di orientamento e se questo da una parte è un male dall’altra è l’unico modo per godere pienamente di quello che è il significato di una vacanza in moto. Seguire le strade come i vecchi pionieri, imboccare stradine che si perdono nella vegetazione e che ti accompagnano polverosamente fino all’acqua.. uno spettacolo naturale che regala solo energia e voglia di vivere. Ci dimentichiamo di che ore siano..abbiamo fame e sete ma obiettivamente non abbiamo idea di dove siamo e di quanto possa mancare al paese successivo… Arriviamo quasi a caso a Porto Cagio, punto più meridionale della Grecia Continentale. Parcheggiamo le moto con le ruote praticamente in acqua..sono le quattro del pomeriggio e in una taverna (Ippocampus) veniamo deliziati da strabilianti prelibatezze marinare.
Rientriamo in albergo a sera inoltrata ma non ci preoccupiamo di niente.. le nostre menti sono sazie di immagini, di suoni, di profumi, di odori, di gusti.. le nostre moto si sentono fiere di portarci a spasso in tutta tranquillità anche se cosi distanti da casa. Noi dal canto nostro continuiamo a farci cullare da tutto quello che la Grecia ci sta regalando e da tutto quello che ci stiamo regalando a vicenda.
Dopo la doccia ci addormentiamo sul balcone ammirando la luna che si tuffa nel nero mare all’orizzonte… non vorremmo più tornare a casa…
MAPPA DEL GIORNO:
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24.08.2010
Ultimo giorno di vacanza..Domani si torna a casa e per oggi direi che il sistema più giusto per chiudere degnamente queste ferie estive 2010 è di cercare di trascorrere una giornata fotocopia di quella di ieri.
Dirigiamo verso Monemvasia, ex roccaforte veneziana e siamo ormai smaliziatissimi. Niente cartina, niente navigatore, niente felpina per la sera… maniche corte (lo so che non si dovrebbe) jeans e scarpe da ginnastica… benzina nei serbatoi e tanta voglia di macinare chilometri.
Monemvasia è fantastica. Attaccata alla terraferma con un ex ponte mobile, la roccaforte ti fa rivivere in ogni angolo le gesta della gente che nei secoli l’ha abitata. Guardare il mare dalle feritoie delle mura di cinta cercando di immaginare le battaglie che si svolgevano in quel mare..pensare a quanto potesse essere difficile e duro ma altrettanto affascinante il mondo di chi quella roccaforte l’ha costruita.
Terminata la visita e dopo aver preso possesso di un quantitativo sufficiente di souvenir decidiamo di seguire i suggerimenti di altri report pescati sul forum di Mototurismo e puntiamo verso Elafonissos. L’isola si raggiunge dopo 10 minuti di navigazione e da quello che abbiamo letto in proposito, sappiamo che è una meraviglia della natura. Che dire?rimaniamo estasiati dalla bianchezza delle spiaggie e dal colore del mare.. cristallino nonostante le notevoli profondità. Trascorriamo la giornata spostandoci da una spiaggetta e l’altra, pranzando (Si fa per dire) alle cinque passate del pomeriggio in un posto fantastico in spiaggia. Mangiare a un metro dall’acqua con i piedi sulla sabbia non ha prezzo… e tra l’altro qui la Mastercard non sanno neppure che cos’è.. :D
L’eccesso di sicurezza da i suoi frutti… arrivati sull’isola non ci siamo preoccupati più di tanto degli orari dei traghetti e neppure del fatto che siamo sprovvisti di navigatore e piantina.. e che dire del fatto che ho dimenticato in camera gli occhiali da vista e che ho solo quelli da sole??
Il viaggio di ritorno sembra eterno…100 km al buio in luoghi che diventano d’un tratto sconosciuti e poco amichevoli..lunghe strade dritte prive di illuminazione che attraversano il nulla… nessun punto di riferimento …segnali stradali tutti rigorosamente in greco… occhiali da sole alle 11 di sera… 15/16 gradi in maniche corte.. Quando finalmente scorgo all’orizzonte la costa illuminata tiro un sospiro di sollievo…siamo nella giusta direzione. Arriviamo in albergo stanchi morti e un po provati ma molto felici… oggi abbiamo avuto il nostro assaggio di “avventura”..ed è stato fantastico..le nostre menti si sono spinte al di fuori di quelli che erano i nostri limiti in quel momento…la nostra piccola avventura è già diventata una cosa “vecchia” e sappiamo già che la prossima sarà uno step più su..
MAPPA DEL GIORNO:
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25.08.2010
Fare i bagagli per il ritorno non piace mai a nessuno. Sembravano tanti 10 giorni ma sono letteralmente volati…sbriciolati in una polvere di fantastici ricordi che resteranno impressi nella nostra mente per sempre.
Carichiamo silenziosamente le moto..siamo stati bravi ed abbiamo approntato il tutto in tarda serata/nottata cosicché stamattina basta solo caricare, fare il check out e partire.
Salutiamo Gythio con un certo magone. Sappiamo che qui è stato tutto fantastico ma non torneremo per un bel po di tempo..la nostra mente ci sta già indirizzando verso altri luoghi, altre mete più difficili, più lontane..
Decidiamo di fare tutta la strada costiera perché vogliamo godere il più a lungo possibile di tutta questa magnificenza.. Pennelliamo il saliscendi della strada che da Gythio ci porta ad Aeropoli e poi a Kalamata risalendo la Messenia. Mare stupendo, luoghi fantastici.
Consumiamo un kebab mostruosamente grande che mi costerà 100 km di retrogusto alla cipolla.. ma è l’ultimo che ci mangeremo in terra greca e deve essere “importante”.. e cosi è stato..
Kalamata, Pyros, Patrasso… la strada corre veloce sotto le ruote delle nostre moto.. ci sentiamo sicuri.. ormai abbiamo imparato a comunicare a gesti ed a capirci anche senza gli interfono. Arriviamo a Patrasso in perfetto orario. La città è brutta, c’è poco da dire..ed è brutta ne più ne meno di qualsiasi altra città con un grosso porto industriale.. un andirivieni di gente di ogni foggia e nazionalità..strade e palazzi poco curati.. Imbarchiamo mestamente le moto dopo aver fatto il check in...siamo tristi perché stiamo tornando a casa e nessuno di noi ne ha voglia... Il traghetto è stipato di gente all’inverosimile ma noi fortunatamente possiamo goderci le nostre comode poltrone.
MAPPA DEL GIORNO:
http://maps.google.it/maps?f=d&source=s_d&saddr=Gythio,+Gr%C3%A8ce&daddr=Areopoli,+Oitylo,+Greece+to:Kalamata,+Grecia+to:Pyrgos,+Grecia+to:Patrasso,+Grecia&geocode=FZnnMAIdjVVYASkTgpWfYeZhEzGwkLniLL0ABA%3BFdF6LwIdMIRVASn9ORB7Ne5hEzGuNJicVZlIjg%3BFSv-NAIdvFtRASk5arbrkLBhEzH1JiiUuvkCnw%3BFV_WPgIdtS9HASlvkFUB-b5gEzEQjrniLL0ABA%3BFYG3RwIdaq5LASkt7SSlmTVeEzGgjLniLL0ABA&hl=it&mra=ls&sll=37.692514,21.994629&sspn=1.382256,3.532104&ie=UTF8&z=7
26.08.2010
La nottata passa velocemente e nonostante il notevole ritardo in partenza riusciamo a limitare i danni e ad arrivare ad Ancona alle 17 anziché alle 15. Pieno sulle moto e via verso casa..
La tristezza di ieri mano a mano che ci avviciniamo a casa lascia il posto alla felicità di rivedere la nostra terra e le persone care a cui vogliamo raccontare subito tutto….
Arriviamo a Bologna alle 20.30..ci fermiamo in Autogrill per la sosta carburante e per bere qualcosa.. “Ormai siamo arrivati ci diciamo”… Sorrido mentre mi rimetto il casco “siamo quasi arrivati…” mancano 180 km a casa… non più di un anno fa sarebbero sembrati una distanza insormontabile…. La mente……..
ciao ragazzi, ho appena letto il vostro racconto e.... vi ringrazio di cuore perchè dopo una giornata di nebbia, lavoro (tanto), acciacchi e routine varie, mi avete dato una mezz'ora di grande autentico piacere! Bello - e nonostante le difficoltà che mi rendo conto avete incontrato (mi sono commossa nell'intuire la preoccupazione di francesco nei confronti della sua donna - quanto amore !!!) mi avete trasmesso una grande voglia di PARTIRE SUBITO! UN BACIO Cristina e Gianni
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