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2012 Turchia on the Road



8 agosto 2012

La sveglia suona come previsto alle 4, anzi, alle 4.05.. Giusto per godermi i 5 minuti di sonno in più..
Abbiamo lavorato molto alla pianificazione di questo viaggio e non mi sembra vero che sia finalmente giunto il giorno della partenza..

Alle 5 siamo già per strada e ci dirigiamo velocemente verso Trieste in mezzo ad un discreto ed assonnato traffico che a dirla tutta non pensavamo di trovare..

Colazione in stile italiano con classici espresso e brioches e via verso la Slovenia..

Veniamo colti alla sprovvista dall'unica cosa che nn ci saremmo mai pensati di trovare durante queste vacanze: il freddo.. Ebbene si, fino a Zagabria l'aria è pungente e l'abbigliamento tecnico ma estivo ci fa soffrire un bel po'..

I chilometri scorrono sotto le nostre ruote scanditi dalle tappe di ristoro e rifornimento..
Sbrighiamo velocemente il passaggio alla dogana serba e via giù verso Nis, nostra prima tappa di questo tour..
 Devo dire che nutro un po' di timore al pensiero di attraversare queste terre, che nel passato sono state teatro di dure guerre e che sono purtroppo sempre associate a qualcosa di brutto e disonesto...
Ma la curiosità e la voglia di scoprirle sono sempre state molto forti ed ora che sto per varcare il confine serbo sono preso da un misto tra gioia e paura..
Le strade non sono un gran che e l'autostrada croata con il suo asfalto levigatissimo diventa ben presto un ricordo..
Ci accorgiamo subito con piacere che i "soldi" serbi ci consentono di acquistare molte più cose rispetto al nostro bastonatissimo euro, e la cosa non ci dispiace per niente..
Per strada sorpassiamo diverse "carrette" fumanti e obsolete che mi fanno tornare indietro nel tempo alla odiatissima Fiat 128 blu che aveva mio papà e che a suo tempo rimpiazzó con una ancor peggiore Fiat 128 blu ma "modello nuovo".. :))

Arriviamo a Nis alle 17.30 con un carico di oltre 1.000 km sulle spalle anche se a dire il vero ci duole di più una parte del corpo leggermente più bassa.. La città ci appare brutta e trasandata, piena di catapecchie che cadono a pezzi e rottami di auto ammassati in ogni angolo di strada, ma l'hotel invece si manifesterà ancora peggio, dall'alto delle sue 4 stelle "finte" e dei troppi anni di mancate manutenzioni..

Doccia veloce, riposino di mezz'ora e giù a dare un occhio in giro ed a cercare un posticino dove mangiare un boccone.. E qui Nis ci stupirà, facendoci vedere un lato molto carino e pieno di vita ma al tempo stesso dandoci piena dimostrazione che la sua gente è dotata di una cortesia e di una gentilezza che sono a noi ormai sconosciute..
Ceniamo al Pleasure Club, localino molto carino dove con 14 euro in due ci saziamo abbondantemente..
Incredibile..
Due passi e la stanchezza si fa sentire... Si va a nanna, domani ci attendono altri 500 km e ben due dogane.. Domani sera si dorme in Turchia!!!!


09 Agosto 2012

Dopo un "riposino" di quasi 9 ore mi sveglio un minuto esatto prima della sveglia..
Alessandra dorme ancora pesantemente.. Il mio piccolo guerriero in sella alla sua Honda NCX si è dimostrata una volta ancora all'altezza di ogni situazione.. E devo dire che la piccola di casa Honda che abbiamo adeguatamente kittato dotandola di barre, faretti, cupolino maggiorato e borse si sta rivelando una gran moto, capace di adeguarsi a svariate situazioni con un plus che è il consumo: 28 km/lt ai 130 di media in autostrada contro i 18 del mio Gs..

Oggi attraverseremo tutta la Bulgaria e ci fermeremo per la notte ad Edirne, in terra turca. Sarà una giornata molto dura..
Alle 8.30 si parte, salutiamo Nis e la sua periferia fatta di una miscellanea di sapori che ci riportano indietro ad almeno trent'anni fa..
Percorriamo strade bellissime in mezzo a montagne verdissime con poco traffico ed una temperatura fantastica..
Ultimo rifornimento serbo a Pirot e poi giù per Dimitrovgrad.. Dogana serba, dogana Bulgara e via.. Siamo in Bulgaria.. Qui le moto non pagano l'autostrada e mi sembra una cosa assai carina.. :)
Arriviamo nella prima periferia di Sofia che ci accoglie con il suo caos e con le sue strade veramente malconcie.. Ad un semaforo veniamo affiancati da un ragazzo con un camioncino... Due saluti, ci chiede di dove siamo e dove andiamo.. Ci dice che la tangenziale che ci indica il navigatore è pericolosissima per le moto e ci invita a seguirlo.. Siamo titubanti ma lui insiste.. Lo seguiamo e con lui facciamo tutto il giro della città su strade a scorrimento veloce trafficate ma "gestibili" e ci accompagna fino all'imbocco dell'autostrada... Foto di rito in un traffico strombazzante e via verso sud sbalorditi dalla gentilezza della gente che abita queste terre che credevamo tanto ostili..


Oggi per pranzo un gelato e una Redbull e tanta, tanta acqua..
Più proseguiamo più la temperatura sale.. Il fresco dei monti serbi ha lasciato spazio ad una specie di infuocato girone dantesco.. Ma il bello deve venire..
Abbiamo un navigatore nuovo di zecca con tutte le mappe di 45 paesi europei.. Bello, costoso e nuovo.. Perché non ci dovremmo fidare? Fondamentalmente perché è un pezzo di plastica... E così ben presto ci troviamo spersi in stradine piene di buche enormi senza capire più dove stiamo andando e sul più bello... Puf... Perso anche lui..

Attraversiamo un paese e ci infiliamo in una strada chiusa al traffico per lavori in corso.. Buche, pietre, sterrato, sabbia, sassi.. Di tanto in tanto ci fermiamo a chiedere informazioni a sbigottiti bulgari che si staranno chiedendo come abbiamo fatto a finire li in mezzo ed alla fine ci ricongiungiamo alla E80 a 30 km dal confine con la turchia... Ne abbiamo fatti 60 persi per strade inesistenti attraversando paesi che ci hanno fatto letteralmente paura.. Perché spaventosamente vuoti ed altrettanto spaventosamente poveri.. Fatti di case che a stento si reggono in piedi.. Di bambini che corrono scalzi in mezzo alla strada.. Di fabbriche fatiscenti abbandonate.. E di tanta miseria... Ma fatti di grandi sorrisi al nostro lento passaggio e di tante mani alzate in segno di saluto... Niente a che vedere con il ricco menefreghismo della nostra amata Italia..

La dogana turca si presenta di colpo davanti a noi... Senza coda.. E per un attimo ci fa pensare che ce la caveremo in fretta... Ma un'ora dopo non siamo più della stessa opinione mentre aspettiamo di passare il terzo ed ultimo controllo in entrata..

Alle 19 siamo finalmente ad Edirne.
Troviamo velocemente l'hotel (veramente bello), doccia veloce e giretto in centro..
Cena in due con 9 euro in una lokanta, due passi, una specie di kebab straunto in due ad un baracchino in una piazzetta ed a nanna...


Domani si va ad Istanbul!!!!

10 Agosto 2012

Il Canto del Muezzin irrompe prepotentemente nella camera quando fuori non è ancora completamente sorto il sole.
Mi sveglio di soprassalto non riuscendo a capire chi sta gridando cosa... Poi mi ricordo che siamo in Turchia..siamo in terra musulmana.. E siamo in vacanza!!!
Ci alziamo un paio d'ore dopo con calma. Oggi si va ad Istanbul e faremo due giorni di sosta.

Edirne dista poco più di 200 km da Istanbul e sono tutti autostradali. Rimane solo il dubbio di come si fa a pagare l'autostrada turca ma la receptionist non spiccica una parola di inglese e quindi la nostra richiesta di informazioni sfuma..
Usciamo velocemente dalla città .. Il Tom Tom oggi è collaborativo..
Arrivo al casello un po' titubante ma ciò che vedo un po' mi fa sorridere e un po' mi preoccupa: ci sono due signori seduti sul marciapiede mentre un terzo fa finta di spazzare e un quarto chiacchiera tranquillo col casellante.. :)
Tutto decisamente distante dai nostri standard..
Ci fermiamo e veniamo letteralmente travolti da quello che chiacchierava col casellante che mi mostra animatamente delle card tipo bancomat, e di concerto col casellante mi fanno capire che con quella tessera ricaricabile posso fare  i pagamenti autostradali di cui ho bisogno.
Me ne danno due ed ovviamente dato il nostro stupore ci pelano 100 lire turche che credo mi basteranno per i giri in Turchia che faranno i miei figli, se e quando ne avrò.. :)

L'autostrada è poco trafficata e la benzina fatta furbescamente ieri in terra bulgara ci basta per la tratta di oggi. Il salasso a due euro al litro lo rimandiamo ai prossimi giorni.
Mano a mano che ci avviciniamo ad Istanbul il traffico si intensifica, ma so già che sarà difficile arrivare all'hotel. Sono mesi che leggo report a destra e sinistra ma tutti sono concordi sul "difficile" traffico di Istanbul.
Passiamo la barriera autostradale e bum.. Tutto paralizzato.. Macchine, furgoni ed enormi TIR svicolano a destra e sinistra senza preoccuparsi di niente e di nessuno, tutti che suonano il clacson.. Ci sono ragazzini in mezzo a quel disastro con le bottiglie d'acqua in vendita..

Non continuo con altre descrizioni, mi limito a dire che dal casello al quartiere Eminonu sono circa 15 km.. Ci abbiamo messo un'ora e venti!!!!!
Istanbul non è "difficile"... È DRAMMATICA! :))

Con la collaborazione del Tom Tom arriviamo dritti davanti all'hotel, sbrighiamo le formalità del check in, parcheggiamo le moto nel garage sotterraneo al sicuro, doccia e via.. Immersi nella città più caotica che io abbia mai visto.. La guida parla di una quantità di abitanti compresa tra 15 e 25 milioni e mi chiedo: ma sti 10 milioni che "ballano" sul conto? Boh..

Cartina alla mano decidiamo di dedicare il primo pomeriggio di permanenza al Gran Bazar, a Eminonu per terminare poi con la visita di Istiklal Caddesi e piazza Taksim in serata.

Siamo frastornati e travolti da questa città, affascinati dai suoi abitanti, ma sinceramente non ci vivrei mai.. In una parola è "troppa".

11 Agosto 2012

Oggi giornata senza moto dedicata alla visita culturale della città.
Santa Sofia, Moschea Blu e Palazzo Topkapi sono tappe d'obbligo per una visita mordi e fuggi come la nostra.
Devo dire che la Moschea Blu mi ha lasciato senza fiato per la sua bellezza e per il timore spirituale che incute.
La giornata termina con una fantastica crociera sul Bosforo al tramonto.


Siamo sazi della caoticità di Istanbul che peró è una città sicuramente affascinante e che meriterà una visita più approfondita in futuro.

12 Agosto 2012

Ci svegliamo prestissimo a causa di un tuono fortissimo. Diluvia.
Nel dormiveglia vado in crisi. Le strade sono lucide e scivolose come il sapone ed il traffico non è gestibile già con l'asciutto, figuriamoci con la pioggia.. :(

Fortunatamente nel tempo che impieghiamo per fare i bagagli e caricare le moto, smette di piovere ed esce un timido sole.

Salutiamo una stranamente assonnata Istanbul alle 8.15 del mattino. Oggi è domenica e le strade sono praticamente deserte.
Attraversiamo il Ponte sul Bosforo quasi in solitaria: siamo in Orienteeee!!! Che emozione..
In 40 minuti scarsi lasciamo Istanbul alle nostre spalle con direzione sud/est: Cappadocia arriviamoooooooo!!!

Maciniamo chilometri su chilometri sotto un cielo nuvoloso che prova anche a spruzzarci un po'.. La cosa non ci disturba perché con il fresco si viaggia decisamente meglio.

Ogni sosta rifornimento in area di servizio è un pugno sullo stomaco.. La benzina oscilla tra 4.30 e 4.59 lire turche al litro che al cambio di circa 0.46 genera un valore considerevole. Per fortuna che le nostre cavalcature non si dimostrano assetate neppure nei tratti autostradali.

Raggiungiamo e superiamo Ankara intorno alle 13 e da li puntiamo verso Kirikkale.
Il caldo si fa ora sentire prepotentemente ed a Kirikkale decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa.

Devo dire che dovunque ci fermiamo scateniamo la curiosità di tutti.. La gente viene timidamente intorno a noi per curiosare e ci chiede da dove arriviamo e dove andiamo.. Mille sorrisi, strette di mano e grandi saluti per la strada...questa è la gente della Turchia..

La nostra tappa pranzo in una specie di trattoria a fianco di un'area di servizio si dimostra una vera sorpresa: 2 kebab di pollo con insalata di pomodori e cetrioli (che sapori fantastici), acqua, pane turco (delizioso)  e due immancabili Cay.......18 lire turche (circa 9 euro) ... Strabiliante..

Ció che non potevamo immaginare è l'odissea che ci avrebbe atteso di li a poco: asfalto liquido, bitume, ghiaia, strade ricoperte di sabbia per ricreare grip, camion lanciati a 110 all'ora in improbabili sorpassi... 300 km di tensione che vanno a terminare in una stradina sterrata che muore in un boschetto a 30 km da Göreme... Aaarggggggg... Navigatori di m.... !!!!!

Ci rigiriamo, riprendiamo la pseudostradina-pseudoasfaltata e ci fermiamo a chiedere informazioni ad un passante sbucato dal nulla.. Lui parla solo turco e cerco di intuire le sue indicazioni, tiro fuori la cartina stradale della Turchia presa la mattina stessa in area di servizio (scala 1:1.200.000... No comment) e cerchiamo di riprendere la strada giusta..

Il tramonto in Cappadocia sa regalare emozioni e paesaggi stupendi e così, mentre siamo un po' in apprensione perché ci siamo persi a 2.000 km da casa, non possiamo non ammirare lo spettacolo che ci circonda..
Un gruppo di bambini ci corre incontro salutandoci, contadini col trattore che ci cedono il passo e ci salutano.. Dieci minuti dopo un cartello marrone recita "Goreme 6"..

Quello che in un attimo si materializza intorno a noi ci toglie il fiato... Sono i Camini delle Fate di cui ho letto su centinaia di report, ma vederli li è un tuffo al cuore...
Il paesaggio è incantato, sembra di essere stati sbalzati in un'altra dimensione..


Troviamo in un lampo l'hotel che avevamo prenotato e risolto l'inghippo iniziale della camera doppia con letti singoli anziché matrimoniale, ringraziamo il Signore protettore dei Motociclisti Viaggiatori per averci regalato ancora una volta un fiume di emozioni ma anche un bellissimo albergo... :P
Doccia, trucco e parrucco ed andiamo a piedi in centro a Goreme. L'albergo per nostra fortuna è proprio in mezzo al Parco Naturale di Goreme e quindi non serve che riprendiamo le moto questa sera.
Troviamo un ristorantino che ci ispira e che si dimostrerà assolutamente all'altezza delle nostre aspettative.. Poche lire turche, ottimo cibo e tanta semplice cordialità...

Dopo un veloce giro a piedi la stanchezza della giornata si fa sentire e quindi decidiamo di andare a "buttare le ossa nel letto".. Domani giornata a zonzo qui intorno all'insegna del relax..

13 Agosto 2012

Vengo svegliato da un chiacchiericcio che arriva da fuori della finestra della nostra camera.. La luce tenue dell'alba entra nella stanza perché ci siamo dimenticati di chiudere gli oscuranti..

Tramortito dal sonno e senza occhiali guardo verso fuori e vedo strane cose colorate.. Tasto il comodino alla ricerca dei tutori per i miei occhi acciaccati e riguardo la finestra..
"Spettacolo".. Nel cielo almeno 10 mongolfiere.. Sveglio Alessandra e ce ne stiamo li a guardare questa immagine meravigliosa che sembra tratta da una cartolina..

Colazione con calma e poi si parte.. Urgup, Nevsehir e poi a vedere la città sotterranea a Derinkuyu..

Rimango affascinato dal paesaggio capace di emozionarmi solo tanto quanto le Meteore... Ma anche la città sotterranea ha il suo fascino... Pensare a come fosse la vita di queste persone a 40 metri sotto terra senza contare l'ingegno per costruirla con tutti i condotti di riciclo dell'aria.. Stiamo pur sempre parlando di costruzioni risalenti a 2.000 anni fa...

Passiamo la giornata visitando il parco e il museo all'aperto ma riusciamo anche a ritagliarci un'oretta per bivaccare nella piscina dell'albergo.. Un resort a 4 stelle a 60 euro a notte compresa colazione non mi pare affatto male... ;)

Cena in centro a Goreme (non all'altezza di quella della sera prima), passeggiatina e poi a nanna..

14 Agosto 2012

Questa mattina le mongolfiere mi colgono già preparato e me le gusto dal letto come ieri. Noi purtroppo niente giretto complice anche il mio innato terrore dell'altezza..

Passiamo buona parte della mattinata ad ammirare nuovamente questo luogo magico..
Le moto le abbiamo già caricate stamattina prima di fare colazione e quindi basta solo fare check out e si può partire.
Oggi tappa leggera di trasferimento .. 230 km e saremo a Konya, la città più unfriendly di tutta la Turchia.

Non mi dilungo a parlare ancora una volta delle strade ma dopo aver percorso 1.000 e passa chilometri di schifezze pure credevo di aver visto tutto.. Ma mi sbagliavo, e di grosso pure.
Ciò che dopo l'ennesimo cantiere con cambio di carreggiata si materializza sotto le nostre ruote mi lascia esterrefatto: una lingua di asfalto-cemento bianco completamente ricoperto di ghiaia!!
La risultante? Un'ora di viaggio in "guida on the eggs mode on" e una sassaiola ad ogni macchina o camion che ci ha sorpassato... Onestamente non ho avuto il coraggio di controllare eventuali ammaccature alle moto solo perché non mi voglio rovinare le vacanze.
Terminato questo calvario un'ape si infila in corsa nella manica destra del giubbotto di Alessandra: fermata di emergenza a bordo strada, "bonifica" del giubbino e via di corsa verso la destinazione odierna.

Giungiamo a Konya che non sono ancora le 14..
L'albergo è un po' fuori dal centro, è di fronte al museo Mevlana ed è molto bello (grazie ancora Signore Protettore dei Motociclisti Viaggiatori.. :D ).

Decidiamo di non smontare niente dalle moto se non lo stretto necessario e di andare a fare un giro in centro servendoci di un "Taksi" ..

La stanchezza del viaggio inizia a dare i primi frutti..
Complice l'aver letto pareri abbastanza negativi sulla "cittadina" (1.000.000 di abitanti)  che ci ospita e un po' di sonno arretrato, optiamo per un pisolino pomeridiano posticipando la visita al tardo pomeriggio e cena..

Devo essere sincero: per la prima volta da quando siamo partiti mi sono sentito a disagio.
Konya è una delle città più conservatrici della Turchia ed appena scendiamo dal taxi ci troviamo ad essere squadrati da testa a piedi da tutti quelli che incrociamo..
Non ci sentiamo benvoluti e di certo la mia t-shirt con tanto di bandiera americana non aiuta..
Decidiamo di cenare prestino e di tornarcene in Hotel ma qui arriva la sorpresa... Anche Konya ha qualcosa da insegnarci e da lasciarci in dono... 
Ci sediamo in un ristorantino lungo la via principale e notiamo che ci sono già dei piatti in tavola ricoperti con il cellophane.

Il cameriere gentilissimo non parla un'acca di inglese e quindi cerchiamo di capirci a segni.. Ordiniamo o meglio, ordino io dato che Alessandra non se la filano neppure di striscio. La mentalità musulmana si manifesta prepotentemente sotto questo aspetto qui a Konya (ma anche in molti altri luoghi che abbiamo visitato..)
Terminata la compilazione della comanda il cameriere farfuglia qualcosa riguardo all'orario e mi scrive su un pezzo di carta "30" e poi mi scrive "19:55".
Annuiamo ma senza aver capito niente ed iniziamo con le ipotesi:
"bisogna mangiare in mezz'ora?"
"è pronto tra mezz'ora?"
"ci arrestano tra mezz'ora?" :D
Il locale è pieno ma notiamo che nessuno sta mangiando o bevendo e increduli ci adeguiamo (vuoi mai che ci fucilino).
Alle 19:55 un canto diverso dai soliti arriva dalla Moschea ed in un baleno tutti iniziano letteralmente a divorare tutto quello che trovano sui piatti...
Eh si... Siamo ancora in pieno Ramadan.. E Konya ci ha insegnato come la religiosità molto forte di questo popolo abbia un impatto altrettanto forte nella quotidianità di questa gente.
Cena ottima con consueta tazza di cay a chiudere le danze ma torniamo velocemente in albergo lo stesso.

Domani ci attendono 420 km con attraversamento della regione dei laghi e tappa a Pamukkale.

15 Agosto 2012

Si parte di buon'ora.. L'itinerario odierno è lungo e fatto quasi tutto di stradine secondarie e ce lo vogliamo gustare tutto.
Salutiamo senza tristezza Konya ed imbocchiamo la strada che sale su per i monti. L'aria del mattino è a dir poco frizzante e rende il viaggio molto rilassante.
A farti tornare sulla Terra ci pensano i turchi e la loro guida da Kamikaze. Purtroppo comincio ad essere infastidito da queste continue manovre che minano la nostra salute, ma ho ancora una buona dose di pazienza di scorta.

Ancora una volta questa terra ci emoziona.. Ieri il deserto intorno a Konya, oggi paesaggi verdissimi quasi alpini..
Proseguiamo in direzione Isparta con l'idea di passare per Egirdir e fare tappa li per il pranzo, anche se poi non sarà così.
A destra ed a sinistra immensi frutteti a perdita d'occhio.
Ad un certo punto scorgiamo alla nostra destra un lago la cui costiera ci accompagnerà ad Egirdir.
Lungo la strada si susseguono le bancarelle dei venditori di frutta e ad un certo punto non riesco a resistere: freccia a destra e mi fermo. Ho voglia di assaggiare un po' di questa frutta...
La bancarella dove ci fermiamo è di un signore di età indefinibile... Qualche cassetta di legno con mele, pesche e uva, un ombrellone, un paio di sedie vecchie e una reliquia automobilistica parcheggiata a pochi metri.
Mi avvicino e prendo due pesche.. Belle, di forma irregolare, con qualche ammaccatura e profumatissime.. Niente a che vedere con le palline da biliardo insapore ed inodore che troviamo nei nostri supermercati..

Non ho monetine e do al signore una banconota da 10 Lire. Lo vedo perplesso... Non ha il resto da darmi.. Gli faccio segno che non importa ma lui cerca nelle tasche e tira fuori qualche moneta, poi mi fa segno e mi da due grappoli d'uva.. Gli sorrido ed accetto volentieri..
Mi prende la frutta dalle mani e me la va a lavare (!)..
Lo ringrazio, gli sorrido e torno alla moto dove Alessandra mi sta aspettando incuriosita..
Arrivo con la frutta e due secondi dopo il signore della bancarella ci invita ad andare a sederci da lui sotto l'ombrellone..
Al nostro cenno di diniego lui inizialmente se ne va ma poi si ripresenta da noi con in mano delle noci, ce le sbuccia e ce le fa assaggiare.. Che dire? Mai mangiato in vita mia una noce con un sapore così forte..
Il signore ne sbuccia una anche per Alessandra, ne va a prendere delle altre ed al suo ritorno scambiamo 4 chiacchiere reciprocamente incomprensibili .. A segni ci chiede da dove arriviamo e dove andiamo.. Ci fa capire che lui abita sulla montagna li davanti... Sorride, mi stringe la mano, mi da una pacca sulla spalla e con un grande sorriso ci saluta e torna alla sua quiete..
Lui racconterà di aver conosciuto due italiani con due moto mai viste.. Noi racconteremo di quanto questo semplice uomo ci abbia riempito il cuore...
A questo punto la tappa ad Egirdir salta.. Siamo sazi nel fisico, nel cuore e nella mente..
Proseguiamo in Bradipo Mode e ci gustiamo il paesaggio.. A breve infatti saluteremo i monti e punteremo dritti su Pamukkale.
Imboccata una nuova superstrada decidiamo di fermarci in area di servizio per fare un po' di benza e per riposarci un po'. Abbiamo fatto circa 300 km, ce ne mancano 120 di strade a percorrenza pseudo veloce e fa caldo, molto caldo.
"Full and full" è la filastrocca che recita Alessandra ad ogni benzinaro indicando le due moto.. E ad ogni rifornimento ho modo di constatare che gran moto sia la sua Ncx. Divertente da guidare, motore coppiosissimo, versatile oltremodo... Ma quando vedi che per fare 300 km di extraurbano da 70 a 100 all'ora servono 7 litri e 90 di verde, beh, che dire? Mi viene voglia di fare l'impianto a gas sul Gs.. :D

Arriviamo a Pamukkale alle 16. Il TomTom ci porta davanti all'hotel. Neppure il tempo di spegnere le moto e si materializza davanti a noi Mart, un ragazzino di 14 anni (forse) che inizia con mille convenevoli e ci vuole a tutti i costi aiutare con i bagagli.
È simpatico, divertente ed anche un po' ruffiano e velocemente riscuote la nostra simpatia. È il figlio tuttofare del proprietario di questo alberghetto ai piedi della parete di travertino bianco e secondo noi avrà un grande futuro imprenditoriale, perché è veramente molto, molto sveglio.
Ci danno la camera (pulita e nuova) e dopo 10 minuti siamo già in panciolle in piscina.
Di fronte a noi tra le case si vede benissimo la parete bianca di travertino, ma siamo pigri e sulle prime siamo restii a muoverci da li, tanto "è solo una parete di roccia".

Qualcuno di lassù ci viene in aiuto e ci fa venire voglia di andare a vedere da vicino.
Una meraviglia della natura...


Saliamo scalzi la roccia levigata dall'acqua che scorre. L'atmosfera è magica, sembra di camminare su immensi batuffoli di cotone.. I colori ed i giochi di luce ci lasciano senza fiato ed alla fine, giunti quasi in cima ci "parcheggiamo" dentro ad una vasca naturale ed ammiriamo il tramonto... Che luogo meraviglioso ed unico al mondo.. :)

16 /19 Agosto 2012

Anche questa mattina mi sveglio ben prima della sveglia.
Ieri sera abbiamo cenato sulla terrazza dell’hotel con piena vista sul Parco Naturale di Pamukkale che di notte è ancora più spettacolare. Cena fantastica, ottimo cibo e solita estrema cordialità.

La camera è il solito disastro. Una cosa su cui non abbiamo registrato nessun miglioramento durante le nostre vacanze è lo stato in cui siamo capaci di portare le stanze degli alberghi in cui soggiorniamo. Intendiamoci: non rompiamo niente e non sporchiamo niente. Ma il disordine regna sovrano.. diciamo che sembra di vivere in un eterno trasloco.. :D

Colazione in terrazza, check out veloce, un saluto a Mart che si è rivelato un simpaticissimo fac-totum (Mart riceve gli ospiti, serve al bar, è in reception, aiuta in cucina, lava i piatti, ti fa il conto…) e si riparte.

Lo stato d’animo di oggi è strano. Sono contento di tutto ciò che abbiamo visto e di tutte le emozioni provate fino a qui, ma oggi inizia la parte “vacanziera” della vacanza e questo da una parte mi tranquillizza e dall’altra mi rende nervoso. Fino a qui è andato tutto bene e vorrei che anche la parte finale rispecchiasse questo “canone”.
La nostra destinazione è la costa egea dove soggiorneremo fino al 20 agosto.
Quattro giorni di spiaggia, sole, mare e riposo. Per rendere tutto più avventuroso abbiamo deciso di portarci via tutto il necessaire per il campeggio.
Da casa avevo già fatto una ricerca ed addocchiato un camping tra Kusadasi e Cesme, nella località di Ozdere/Gumuldur.

Oggi il caldo è torrido, si viaggia molto piano per strada per via del traffico intenso e c’è una discreta umidità che rende tutto più appiccicoso.
Verso le 12.30 arriviamo al campeggio e scioccamente non ci preoccupiamo di approvvigionarci di acqua e cibo. “Ci sarà il market” ci siamo detti…
Il camping è mezzo vuoto e la ragazza alla reception in un inglese stentato ci dice che possiamo posizionarci dove ci piace di più.
L’Hipocamp è molto ombreggiato e dopo una breve perlustrazione individuiamo una piazzola in mezzo alla pineta che dovrebbe essere all’ombra praticamente tutto il giorno.
Cicale grosse come polli urlano letteralmente nel caldo torrido dell’una.
Iniziamo a smontare tutto dalle moto ed in poco tempo abbiamo posizionato ed assicurato a dovere con picchetti e tiranti il nostro igloo.


Da qui inizierà una fase discretamente sconfortante che ci accompagnerà per un giorno intero.
Fa caldissimo, abbiamo fame e sete.. dalle tende e dai camper e roulotte non arrivano segnali di vita.
Sembra tutto deserto. Il market (una botteghina di 1mt x 1mt) apre alle 18 ed il ristorante del campeggio è chiuso da prima che io comprassi il mio GS..
Andiamo a cercare un bar in spiaggia ma niente.
Entriamo nel villaggio di fianco al camping e riusciamo a recuperare 2 bottigliette d’acqua solo grazie alla gentilezza di un responsabile del bar. Teoricamente non ci potrebbe vendere nulla se non siamo ospiti del villaggio, ma per non sbagliare ci regala le due bottigliette.
Torniamo alla tenda, prendiamo la moto ed usciamo a cercare un market.
Il Migros, questo è il nome del market, sarà il nostro fornitore ufficiale di viveri per questa parte finale di vacanza.

Il mare è fantastico, l’acqua fredda dona refrigerio ed è più limpida di quella di una piscina.
Tutto apparentemente è perfetto ora…ma qualcosa non gira.. siamo ancora in una fase di sconforto.. forse la stanchezza accumulata che stiamo inconsciamente scaricando, forse l’aspettativa più alta rispetto al campeggio ed a quello che avremmo trovato lungo la costa ci stanno giocando un brutto scherzo. A chiudere il cerchio ci si mette anche una nottata di caldo terrificante che non ci fa chiudere occhio ed al mattino siamo più che mai decisi a sbaraccare tutto per cercare una soluzione diversa.
Ma anche qui il Dio Protettore dei Motociclisti Viaggiatori interviene (fortunatamente) e fa in modo che non si riesca a trovare neppure un posto decente e quindi decidiamo di farci andar bene la sistemazione trovata.

In realtà cio che ci serve è lasciare che passi giusto il tempo che occorre per ambientarci.
Scopriamo quanto può essere bello cucinare una pasta al pomodoro a 2.500 km da casa e mangiarla in spiaggia al tramonto e quanto possa essere bello comprare TUTTO (pasta, pomodoro, sale, olio, pentole, piatti, bicchieri, posate, tovaglioli) al mitico Migros spendendo la bella cifra di 14 euro… quanto possa essere tonificante per mente e spirito trascorrere ognuna delle giornate in spiagge sempre diverse ma capaci tutte in egual misura di trasmetterti la meraviglia di un mare strepitoso… quanto possa essere romantico cenare su un ristorante costruito intorno ad un porticciolo con i piedi sulla sabbia… quanto bello sia raccontarci e farci raccontare scampoli di vita da persone incontrate e conosciute in un posto cosi distante ma la cui semplicità e cordialità rimarrà con noi per sempre nei nostri ricordi…

Con questo spirito trascorriamo i giorni a seguire all’Hipocamp, al punto che quando arriva il giorno di partire abbiamo il magone.

20 Agosto 2012

Salutiamo Erdem (Gssista di Izmir in vacanza con la famiglia) che a tutti i costi ci offre un caffè turco e ci regala la bellezza di due ore di chiacchiere in inglese/turco/italiano gesticolati.. Salutiamo anche l’omino del market del camping che ormai ci prendeva le Efes dal frigo senza neppure chiedergliele… Salutiamo le cicale/pollo che hanno “suonato” per noi dal primo momento che siamo arrivati… Salutiamo questo posto fantastico che all’inizio ci sembrava tanto ostile ma che oggi ci è talmente familiare da sembrarci addirittura bello..

Stasera iniziamo l’avvicinamento a casa ma decidiamo di andare a Cesme già il mattino in modo da poter visitare questa località che sta diventanto un punto di riferimento per il turismo europeo in Turchia.
I 109 chilometri di trasferimento scorrono via veloci, arriviamo in centro, ritiriamo i biglietti del primo traghetto (Cesme – Chios delle ore 19), parcheggiamo le moto stracaricate alla rinfusa come ogni buona fine vacanza che si rispetti e dopo esserci vestiti comodi ci facciamo un giretto.
Che dire? Bellissima località…ma sembra di essere a Olbia.. la Turchia vera, quella che abbiamo “vissuto” fino a qui non è questa. Qui tutto sembra cucito su misura apposta per il turista “tradizionale” e quando dico TUTTO intendo TUTTO (due panini e due birre = 32 euro).

Sbrighiamo velocemente le pratiche di sdoganamento e check-in al porticciolo di Cesme dove conosciamo due mototuristi fantastici: Pina e Bruno. Due mototuristi di Pescara che in sella ad una potentissima Honda CBR 1100 XX hanno fatto un giro simile al nostro.

Bruno è un architetto di una simpatia unica con il sigaro perennemente acceso e Giuseppina con la sua aria da teen ager iperattiva e viaggiatrice instancabile ci racconterà di essere la preside (!!) di 3 licei. Con loro trascorreremo una divertentissima serata a Chios nell’attesa di prendere il traghetto per il Pireo, testimonianza ulteriore di quanto bello sia viaggiare e di quante fantastiche sorprese ti possa regalare un viaggio on the road.

21 Agosto 2012

Arriviamo al Pireo in perfetto orario. La Blue Star Ferries nuova di pacca con cui abbiamo viaggiato attracca alle 06.45 del mattino ed in 10 minuti siamo a terra.
Ci cambiamo velocemente e altrettanto velocemente ci portiamo a Patrasso dove trascorreremo l’ultima giornata di ferie in spiaggia prima di prendere il traghetto delle 17 che in 22 ore di viaggio ci porterà di nuovo in Italia.

Conclusioni:

Eh si..ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti ad andare in Turchia.
La meta l’avevamo decisa l’anno scorso di ritorno dall’Andalusia chiacchierando nel casco nel tragitto che da Genova ci riportava a casa.
Molti di voi sorrideranno perché magari considera un viaggio cosi una sorta di passeggiata, ma per noi è stato il viaggio più “tosto” di sempre..
Fino all’ultimo non è stata certa la possibilità di realizzarlo, complici il lavoro ed i suoi mille problemi, complice quest’anno appena trascorso che si è rivelato molto più difficile di quanto ci aspettassimo.
Certo, siamo partiti per un viaggio impegnativo e per quanto mi riguarda anche fisicamente stancante e non eravamo in piena forma per farlo… ma ne è valsa assolutamente la pena.
La pelle d’oca attraversando la frontiera turca, l’euforia varcando la “Porta d’Oriente” a Istanbul, il tuffo al cuore che ci ha provocato la Cappadocia con il suo splendore, le centinaia di persone incontrate, le chiacchiere scambiate nel nostro intinere con perfetti sconosciuti, gli aiuti gratuiti ricevuti, i mille sorrisi, i visi incuriositi ad ogni tappa, le urla dei bimbi che ti salutano quando passi per strada, le migliaia di paesaggi e odori e sapori impressi indelebilmente nelle nostre menti … per tutto questo ne è valsa assolutamente la pena…

Che dire di più? Ah si.. i ringraziamenti..
Ringrazio le nostre inseparabili moto, che anche quest’anno ci hanno fatto “vivere” appieno una vacanza indimenticabile.
Ringrazio il ragazzo del camioncino che a Sofia ci ha aiutato a svicolare tutto il traffico della tangenziale.
Ringrazio la nonnina di Edirne che mi ha offerto un pezzo di pane vedendomi scendere dalla moto visibilmente provato dal caldo e dai chilometri.
Ringrazio l’omino del distributore dove ci siamo fermati tra Konia e Pamukkale che mi ha offerto un Cay ma che io stupidamente ho rifiutato.
Ringrazio Erdem per averci aiutati a smontare la tenda e per averci raccontato delle sue avventure in moto.
Ringrazio Bruno e Giuseppina per l’ottima serata a Chios.
Ringrazio tutti i turchi perché con la loro guida hanno sempre tenuto all’erta tutti i nostri sensi e li ringrazio anche per non averci mai tirato sotto.
Ringrazio tutte le amministrazioni comunali e provinciali turche per il pessimo asfalto (io dico: ma farlo una volta e fatto bene invece di rifarlo 200 volte fatto male non costerebbe meno?).
Ringrazio la Efes per averci dato modo di poter fare l’Happy Hour al tramonto in riva al mare.
Ringrazio Madre Natura per lo spettacolo della Cappadocia e di Pamukkale.
Ringrazio il buon Tom Tom, acquistato per sostituire un Garmin che ci faceva sempre sbagliare strada e che si è dimostrato all’altezza delle aspettative (nel senso di essere bravo come il Garmin).
Ringrazio chi si è preso la briga di controllare l’avanzamento del nostro viaggio giorno per giorno e che volontariamente o involontariamente ci ha regalato la “tranquillità” di un collegamento certo e sicuro tra noi e chi è rimasto a casa.
Un ringraziamento speciale e più serio va invece ad Alessandra, con cui condivido la mia vita e questa passione infinita per la moto. E’ anche grazie a lei che questi viaggi si trasformano da idee a realtà, ed è con lei che affronto le difficoltà che si possono incontrare ed insieme a lei troviamo il modo di superarle, nel viaggio cosi come nella vita.

Grazie infine a chi ha deciso di leggere questo report e che ha provato a viaggiare con noi leggendoci.

Alla prossima vacanza… destinazione?????


4 commenti:

  1. buon viaggio ragazzi...noi partiamo sabato mattina per Ancona, poi restiamo 10 gg nel sud del peloponneso, quindi traghetto pireo-chios-cesme, poi a Istambul, ultimo mare a thassos e poi ritorno balcanico...buona strada!

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    1. Sempre scusandomi per il ritardo, auguro buona strada anche a voi, salvo che non siate già tornati a casa... :)

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  2. Ciao,a Istanbul hai già prenotato??io mi sono trovato strabene al Bisantyum hotel a Sultanahmet,sei a 100 metri dalla moschea Blù,da S.Sofia,dal palazzo Topkapi,dalla cisterna e un pò di più dal Gran Bazar.
    Buon viaggio
    Federico (biancone54)

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    1. Ciao Federico,
      scusa per il ritardo di risposta...a dire il vero ero convinto di averti risposto mentre ero in Turchia via iphone ma non vedo traccia della risposta per cui ti riscrivo...pagherò eventuale pegno se avremo modo di vederci in qualche occasione motociclistica.

      A Istanbul abbiamo soggiornato al Legacy Ottoman vicino al molo di Eminonu. Ottima posizione per la visita di quella parte della città.

      Lampss

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