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2011 Long Way To Andalusia

Tutti i racconti che si rispettino hanno un capo e una coda, un prologo, una storia ed un epilogo arricchito di ringraziamenti e riflessioni.

Questo è un racconto fuori dalle righe. Per cui il lettore si troverà di fronte ad una serie di riflessioni e ringraziamenti iniziali che potranno essergli chiari solo mano a mano che procede nella lettura.

Riflessioni e ringraziamenti:

Ho finalmente scoperto dove sono finiti tutti i semafori che sono stati tolti dai nostri centri urbani e non, in favore della nascita di una specie urbanistica nota con il nome di rotondus omnipresentum et spessum inutilum. In Italia c’è una rotonda ogni 3 metri. In Spagna non ci sono rotonde ma in compenso sono capaci di infilare uno dietro l’altro anche 30 semafori in un chilometro scarso.

In Spagna i geometri delle società autostradali sono persone di integerrima rigidezza. Non si spiegherebbero le tonnellate di asfalto disposte in maniera assolutamente rettilinea. Il gusto per l’arte rimane in alcuni tratti dove invece pare di essere sulle montagne russe.. na via di mezzo no?

“non è un paese per vecchi” è un film ormai superato, dato che abbiamo visto il vero “E’ un paese di vecchi”.

La pazzia alberga in ogni anfratto…mai vista tanta gente parlare da sola o avere atteggiamenti da pazzoide come in terra iberica. Che sia il sole?

Ringrazio vivamente il minchione (o i minchioni) che con estrema solerzia e inapprensibile professionalità producono i paraolio per i componenti di mamma BMW.. li mortacci vostra..

Ringrazio moltissimo anche mamma Honda che ha permesso al piccolo CBFino di passare una vacanza intera a 8.000 giri costanti, facendo letteralmente sfigurare la muccona Gs.

Ringrazio chi ha inventato le Tapas

Ringrazio chi ha progettato le docce in spiaggia a Nerja

Mi scuso vivamente con tutta la popolazione per aver spazzolato tutto il “pescado” del giorno di ogni paesucolo dove siamo andati

Mi unisco al dolore della donna e di suo marito che dopo aver perso le chiavi, si sono visti sfondare il vetro posteriore della meravigliosa (?) Hyundai di famiglia annata Vintage 1980.. anche se in fondo stiamo sempre parlando di una coppia di squilibrati.

Ringrazio chi si è inventato di mettere in congelatore i bicchieri da birra… una birra gelata in un bicchiere gelato con 40°C al sole.. non ha prezzo..

Ringrazio i tecnici Garmin. Perché mai progettare e mettere in produzione un navigatore che ti porta con tranquillità a destino quando invece puoi avere un pezzo di plastica che si perde sempre e solo quando sei in mezzo ad un incrocio a 40 corsie o che finisce le batterie o si impalla sempre, solo e soltanto quando sei a 2 km dall’albergo? Perché invece di continuare a progettare navigatori satellitari non vi trasferite al sud a prestare la vostra operosità in qualche immenso campo di pomodori?

Ringrazio il benzinaio all’imbocco dell’autostrada fuori dal porto di Genova per avermi fatto provare l’ebbrezza di fare un pieno di benzina placcata oro (1,7 al litro… tua sorella zoccola..)

Ringrazio il Barcelo Malaga per averci omaggiato di 5 giorni di parcheggio…diciamo che ci siamo auto omaggiati..

Direi che è ora di iniziare con la vera storia…..quindi Ladies and Gentleman…mettetevi comodi, bibita e sacchetto di pop corn e … Buona lettura!!


LONG WAY TO ANDALUSIA 2011

16 Agosto 2011

La sveglia suona precisa alle 5.. ma io la sto aspettando. E’ da un po che sono sveglio… oggi si parte finalmente. E’ tutto pronto. Le moto sono in garage, la casa è sistemata e a posto. Ci vestiamo con calma, ricontrolliamo le ultime cose ed alle 6 in punto ed in perfetta tabella di marcia si parteeee!!!!!
300 metri ed abbiamo già sbagliato strada… non so che mi è preso… stavolta il Garmin non centra… sarò emozionato… bah…
Riprendiamo la retta via. Direzione Padova, da li imboccheremo l’autostrada A4, poi la A21 poi la A7 e poi dritti verso Ventimiglia e la Francia con un obiettivo ben preciso: passare la prima notte a Barcellona.
La tappa è “ambiziosa”. Una sorta di sfida che speriamo di vincere.
Abbiamo gli auricolari nuovi, due splendidi Midland BTNext che sulle prime ci faranno un po’ dannare per via di un fastidioso malfunzionamento del sistema automatico di connessione ma che una volta capiti, ci permetteranno di rimanere in contatto costante per ore e ore senza problemi.
Io sono preoccupato. Nei giorni scorsi ho dovuto far sostituire i cuscinetti del cardano della mucca e due giorni fa mi sono accorto che un paraolio ha una perdita. Mi riprometto di non pensarci anche se è abbastanza difficile, e nel contempo tengo sott’occhio e sotto orecchio ogni minimo “rumore”sospetto.
La strada passa veloce sotto le nostre ruote appesantite dal solito abnorme bagaglio. Quest’anno credo che abbiamo superato noi stessi… ma è una convinzione della quale mi ricrederò solo un paio di settimane dopo sulla via del ritorno.
Arriviamo a Piacenza alle 8. L’aria è ancora fresca ed il traffico è praticamente assente. Fino a qui abbiamo viaggiato decisamente bene e non ci siamo praticamente accorti di aver già fatto 200 km.
Ma è proprio qui che le mie paure si dimostrano fondate.
Scendo dalla moto e butto l’occhio sulla ruota posteriore per cercare i segni di una possibile perdita, andando purtroppo a constatare che tutta la ruota (battistrada incluso) ed anche le borse sono sporche di olio.
Mi prende lo sconforto… ho paura che le tanto agognate vacanze possano sfumare per colpa di un pezzo di ferro da 50 cents.
Inizia la ricerca di una officina autorizzata aperta per avere almeno un consulto e un consiglio sul da farsi.
Dopo 20 minuti di telefonata con Bmw Italia e grazie anche al prezioso aiuto di Franco (papà di Alessandra) che da casa fa una ricerca per noi inviandoci tutte le informazioni via sms, riusciamo a trovare l’unica concessionaria aperta della zona. E’ la Ge.Car di Chiavari, il cui titolare mi da disponibilità per un controllo anche se mette già le mani avanti sul fatto di non poter mettere mano alla moto.
Ho il morale sotto i tacchi e la deviazione fino a Chiavari ci fa allungare il già difficile tragitto di altri 80 km e ci fa perdere 3 ore. Il capofficina della Ge.Car mi dice che non dovrei avere grossi problemi ma di monitorare la perdita.
Ripartiamo consci che il primo giorno ce lo siamo forse bruciati e che Barcellona non è più raggiungibile.
Genova, Ventimiglia, Menton, Aix en Provence, Montpellier… La strada continua a scorrere sotto le ruote tra le soste di controllo al mio cardano e quelle per la pipi e la benzina.
Alle 19 siamo a Narbonne. Ho pensato che forse ci conviene dormire qui e domani riprendere il cammino verso Barcellona, ma Alessandra con la sua incredibile carica mi dice “Stanotte dormiamo a Barcellona”. L’albergo d’altronde è già prenotato e pagato e dato che sono le 19 e mancano 400 km, decidiamo di riaccettare la sfida che in mattinata avevamo abbandonato.
Il cartello “ESPANA” ci carica oltremodo. L’adrenalina scorre, i chilometri passano ed alle 22.30 parcheggiamo davanti all’albergo in zona Sagrada Familia. Siamo distrutti ma siamo al settimo cielo. Felici e super soddisfatti per aver raggiunto l’obiettivo. La muccona ha tutta la ruota sporca d’olio ma non ha battuto ciglio.
Kebab atomico e birrozzo da litro e nel giro di un’ora ci addormentiamo sfiniti ed abbracciati uno all’altra in un lettone king size.



















17 Agosto 2011

Ci svegliamo alle 8 e constatiamo che a Barcellona ci siamo arrivati davvero e dopo una modesta colazione (non siamo ancora entrati nella mentalità da ferie) riprendiamo il cammino, non prima di aver fatto qualche decina di foto di rito davanti alla Sagrada Familia i cui lavori di costruzione avanzano inesorabili ma lentissimi…un po’ come la nostra Salerno – Reggio Calabria…che di certo non è una chiesa ma sicuramente è nota perché chi ci passa tira in ballo spesso e volentieri i santi..
Altro giro ed altra corsa in autostrada (o autopista come le chiamano da queste parti).
Inspiegabilmente la strada per Valencia non passa più e i 350 chilometri da percorrere sono di una noia mortale, eccezion fatta per il colpo al cuore che ci ha causato una vecchia Seat Ibiza alla quale è esploso il pneumatico posteriore sinistro giusto davanti a noi, facendoci piombare in una pioggia di pezzi di plastica e gomma. Per fortuna nessun danno e nessuna conseguenza a parte il grande spavento.
Arriviamo finalmente a Valencia e troviamo velocemente il nostro secondo albergo di questa vacanza.
Siamo di fronte alla stazione ferroviaria e conseguentemente siamo comodissimi al centro tant’è che molliamo moto e bagagli e dopo una doccia velocissima ci incamminiamo.
Cartina alla mano girovaghiamo per la città consci di non poter vedere poi molto dato che abbiamo a disposizione mezzo pomeriggio e la sera.
Valencia è una città un po’ anonima che non ci lascia ricordi particolari a parte l’aver mangiato una paella pessima.
Una nota importante: se volete mangiare una buona paella, dimenticatevi la Spagna. Ne cercheremo una buona durante tutto il viaggio ma saremo in grado di “saziare” il nostro palato solo l’ultimo giorno, ma di questo ne parleremo più avanti.
Rientriamo in albergo che siamo letteralmente distrutti. La giornata è stata impegnativa, non abbiamo ancora metabolizzato i 1.300 km di ieri e ne abbiamo aggiunti 350 oggi più 4 ore a piedi su e giu per Valencia. Ci sentiamo quasi dei viaggiatori seri..

Mappa del giorno


18 Agosto 2011

Oggi finalmente si abbandona l’autostrada. La nostra tappa è Murcia, ridente cittadina (che cosa avrà da ridere non si sa) nel nulla pre-andaluso. Ieri sera sono entrato in un Todo de todos a gestione occhi a mandorla e mi sono procurato stracci, alcool e nastro adesivo. Con questa attrezzatura sofisticatissima (Mc Gyver ci costruirebbe una bomba) ho pulito per bene il battistrada posteriore della muccona e ho pannolinato il cardano in modo che la perdita di olio non imbratti più nulla. Mi sento molto “selvaggio”, anche se alla fine passerò il resto della vacanza a farmi prendere in giro da Alessandra e sono consapevole che quando torneremo a casa, la storia del pannolino mi renderà lo zimbello di tutti gli anti-bmwisti del pianeta.
Imbocchiamo la A3 fino ad Requena, poi la N330 fino ad Almansa e da li prendiamo la C 3223 fino a El Pinos e da li giu fino a Murcia. La strada è piacevolmente vuota ed in alcuni tratti offre un godurioso misto da 3 e 4 marcia che mi fa spazzolare le punte delle scarpe sull’asfalto..è fantastico guidare cosi e i chilometri passano velocemente. Rimaniamo senza fiato tra Requena e Almansa perché tutto ad un tratto vedo all’orizzonte due enormi camini che soffiano fumo bianco nell’atmosfera. “Springfield” sento urlare nell’interfono “la centrale nucleare di Springfield”.. io sorrido nel casco e prendo in giro Alessandra per questa sua sparata. Pochi chilometri dopo saremo entrambi costretti a constatare che si tratta di una centrale nucleare vera ed in pieno funzionamento. Siamo a Cofrentes, un paesino in mezzo ai monti con questo mostro parcheggiato li in mezzo ad incutere timore. Devo essere sincero: non ne avevo mai vista una cosi da vicino. Sono turbato e mentre ci facciamo due foto sono in preda all’ansia: voglio andarmene in fretta.
Il viaggio prosegue in chiacchierata continua grazie ai nostri fantastici Midland. Il cielo oggi non è un gran che ma fa un caldo infernale. Mi sto accorgendo che mano a mano che ci spostiamo la temperatura cresce progressivamente.
Arriviamo a Murcia nel primo pomeriggio. La tappa di oggi non era particolarmente gravosa (circa 250 chilometri) e forse anche grazie all’allenamento dei giorni precedenti, arriviamo a destino che siamo “quasi” freschi e riposati.
L’albergo non è un gran che. Moquette vecchia, omino della reception in canotta, ascensori del due e un inquietante marmo rosa in camera.
Siamo vicini alla cattedrale e praticamente inseriti nel centro storico.
Quando usciamo per fare due passi la città è praticamente morta ma si animerà da li a poco.
Un gelato e due passi e poi da buoni turisti viziatelli ci concediamo un po di shopping. Il primo shopping di una lunga serie.
Per la cena ci facciamo consigliare dall’ottimo Tripadvisor ed inciampiamo in un ristorante che si chiama La Cueva de 1900. Cucina tipica spagnola e mentalità “tapas”. Eh si..siamo finalmente nella vera Spagna. Il cibo è ottimo e la birra è tremendamente gustosa dal basso dei suoi 2 gradi sotto zero.
Satolli ci concediamo un giro per cercare qualche locale dove andare a fare un po di serata ma invano. Torniamo nel nostro old hotel e ci facciamo coccolare da Morfeo.. domani ci aspetta una giornata impegnativa che ci condurrà attraverso la Sierra Nevada fino a Granada.

Mappa del giorno


19 Agosto 2011

Ci svegliamo di buon mattino (9 e un quarto), facciamo colazione, recuperiamo le moto nel garage del Casinò dove le avevamo lasciate ieri e nel giro di un’oretta siamo di nuovo on the road. Oggi ci attendono un bel po’ di chilometri. Attraverseremo la Sierra Nevada ed arriveremo questa sera a Granada, prima tappa “stop and go”, ovvero prima tappa con pernotto superiore ad una giornata.
Imbocchiamo rapidamente la A7 in direzione Lorca. L’autostrada è deserta e ci ritroveremo a viaggiare per svariate decine di chilometri appaiati uno sulla corsia di destra e uno sulla corsia di sinistra senza incrociare anima viva. Poco prima di uscire dall’A7 ci fermiamo all’area di servizio per un semplice e unico motivo, ha un nome inquietante: Area de Servicio “El limite”. Abbiamo paura che il “nulla” che ci ha accompagnato fino a qui si porti via anche i pochi distributori che abbiamo trovato lungo il cammino e quindi decidiamo di fare il pieno alle piccole e di concederci una piccola pausa di ristoro. E’ ancora mattina (sono più o meno le 10) ma il sole fa sentire in maniera decisa la sua presenza. Eh si..siamo entrati in Andalusia, la regione più torrida e calda della Spagna e per la quale tutti ci hanno sempre parlato di temperature da girone dantesco.
All’altezza di Alfaix usciamo sulla N340A e da li proseguiamo fino ad imboccare la A92 che uscendo a Rioja ci fa imboccare la A 348 che ci accompagnerà a Granada seguendo la parte meridionale della Sierra Nevada.
All’orizzonte ammiriamo la sagoma mastodontica della Sierra Nevada. Oggi ne costeggeremo tutto il versante orientale caratterizzato dalla pittoresca presenza dei bianchi villaggi della zona de Las Alpujarras.
Iniziamo a salire di quota ed io sono fiducioso di poter trovare un po di refrigerio. All’una la sensazione è quella di viaggiare sopra un enorme braciere. Il caldo annebbia la vista e rende ogni minima sosta una sofferenza.
La nostra fida guida Lonely Planet ci invita a visitare i paesini di Valor e Yegen facendo una piccola deviazione sulla A4130. La strada si arrampica letteralmente sul fianco della ripida montagna. Arrivati a Valor prevale il nostro sano istinto di conservazione e troviamo per caso un ristorantino tipico dove, in un ambiente molto “croccante” e sicuramente “spagnolo” un cameriere molto agitato ci serve delle prelibatezze locali, magari non proprio estive ma sicuramente deliziose.
Due orette di sosta ristoratrice ci ricaricano le batterie mentre il deserto paesino lentamente si popola. Non siamo ancora entrati appieno nella mentalità e nelle abitudini locali e iniziamo da qui a capire che la “vita” delle città e dei paeselli è praticamente nulla fino alle 15, per poi crescere rapidamente con il passare delle ore.
Procediamo per Yegen che attraversiamo velocemente per poi tornare a imboccare la A348 a Cadiar. La strada è molto bella ma il caldo ci sta ammazzando. Non so che temperatura ci sia, so solo che anche guidare diventa difficile e le poche zone d’ombra sono delle vere e proprie oasi.
Dopo Ogiva proseguiamo per Lanjaron, località nota per la sua (fantastica) acqua. Qui scopriamo l’esistenza del vero paese dei vecchi. Parcheggiamo in una ombreggiata piazzetta incuranti di divieti di sosta o meno anche perché io non sto più connettendo. Sono fuso dal troppo caldo e sono insofferente ad ogni cosa. Ma Lanjaron, vecchio paese pieno di saggezza, sa come aiutarmi. Con una fontana di acqua freddissima e ottima ogni 10 metri, in ognuna delle quali mi sono praticamente tuffato, recupero in fretta le forze e la mia innata pagliaccesca vitalità. Ci guardiamo in giro scoprendo un paese carino ma veramente “vecchio dentro”. Ad ogni angolo ci sono ultra novantenni che si raccontano mirabolanti avventure di inizio secolo (scorso) e ce la spassiamo ridendo di ogni cosa.
Ormai Granada è vicina e dopo una passeggiatina di una mezz’oretta decidiamo di riprendere il breve cammino che ci condurrà al nostro primo “stop&go”.
Arriviamo al Vincci Granada dopo la solita digressione obbligata a causa del navigatore che puntualmente si perde a 200 metri dall’arrivo. L’albergo è però una delusione. Vecchio e sporco ed assolutamente al di sotto di quanto promesso dal sito internet. La camera è molto grande, al 15mo piano ma la troviamo letteralmente rovente ed il climatizzatore emana un disgustoso odore di fogna. Qui trascorreremo due giorni e la sistemazione di sicuro non ci soddisfa. Decidiamo di non demoralizzarci e dopo una veloce doccia rigeneratrice usciamo per andare a cena.
Granada è una città vera e propria. Non ha l’aspetto “coccolo” che mi aspettavo. E’indubbiamente bella e suggestiva. Ci perdiamo nelle sue viette e ci godiamo appieno il suo favoloso mercato arabo pieno di chincaglierie di ogni sorta, misura e colore. Ceniamo da Oliver in Plaza de la Pescaderia. Puelpo alla Galliega, Bocherones fritti e Tortilla. Ormai siamo “spagnoli” dentro.

Mappa del giorno



20 Agosto 2011

Ci svegliamo con calma. Oggi niente moto. Ci aspetta una giornata intera in giro per Granada e stasera alle 19 abbiamo la visita all’Alhambra. Vicoli, vicoletti, un po di shopping. Passeggiamo allo sfinimento, mangiucchiamo qualcosina in un ristorantino marocchino ai piedi dell’Alhambra lungo il Rio Barrio. Tutto molto caratteristico. Siamo in piena vacanza, lontani dai mille pensieri della vita quotidiana. La città è viva. Oggi è sabato e ci capita di vedere almeno 5/6 spose. Dopo una piccola pausa e un pisolino in albergo, alle 19 entriamo all’Alhambra, mastodontica roccaforte araba nota per i suoi giardini e per i suoi sfarzi. L’orario di visita (imposta in sede di prenotazione) è ottimo. Il sole sta lentamente salutando la giornata e pur illuminando tutto con una calda luce non è fastidioso e la temperatura è molto gradevole. Passeggiamo guida alla mano e cerchiamo di immaginare come potesse essere la vita qualche centinaio di anni fa in un luogo del genere.
Ma che dire? Alla fine noi non siamo troppo acculturati e quando la fame inizia a farsi sentire ci riportiamo in centro dove una tapas accompagnata da una caña di birra gelida aprirà una voragine che il simpaticissimo titolare del Bobadill si prodigherà a colmare con ottimo cibo in un contesto molto “tipico”. Il ristorante, imbucato in una stradina ai piedi del quartiere arabo è popolato di gente del posto, garanzia di ottimo trattamento.
Altra passeggiata “digestiva” e poi a nanna.

21 Agosto 2011

Ci svegliamo prestino, carichiamo le moto e partiamo verso Siviglia. Il cielo è cupo e minaccia pioggia. Tutto sommato non va troppo male perché finché il sole non picchia la temperatura è molto gradevole. Lasciata la A92 ad Antequera proseguiamo sulla A384 fino a Campillos e da li imbocchiamo una sorta di mulattiera asfaltata che ci condurrà in mezzo alle colline fino a Moron de la Frontera e da li fino a Siviglia. Ogni tanto gocciola, il paesaggio è affascinante ma nel suo essere immensamente pieno di “nulla” ci inquieta. Rompere la moto qui o scivolare sul brecciolino potrebbe essere deleterio e molto rischioso. Mentre sono rapito da questi pensieri incrociamo un vecchio pick-up che mi fa trasalire. E se fosse un killer? Macché killer… padre e figlio che vanno in perlustrazione delle loro terre ci salutano caldamente sbracciandosi dai finestrini del vecchio Toyota. Sulla sinistra un allevamento di tori ci fa capire che siamo in terra di corride e una sosta fotografica è d’obbligo.
Arriviamo a Siviglia nel primissimo pomeriggio, troviamo rapidamente l’hotel che è sulla circonvallazione nord della città. E’moderno ed accogliente ma è altrettanto vuoto. Probabilmente siamo gli unici ospiti, sensazione confermata poco dopo parcheggiando le moto nel parcheggio sotterraneo completamente deserto.
Siviglia è la città più bella che abbiamo visto durante il viaggio. Peccato che qui abbiamo previsto il pernotto per un giorno solo. E’ una città accogliente, coccola con una architettura più a “misura d’uomo”. Giriamo il più possibile a piedi tutto il pomeriggio. Rientriamo in albergo per una doccia che sono quasi le otto, e per poco non rimaniamo a dormire distrutti dalla stanchezza. Tanti giorni di viaggio, tanti chilometri percorsi (qui ormai siamo a quota 3.000 da inizio vacanza e quindi in 5 giorni). Alle 23 decidiamo di scrostarci per non “buttare” la serata ed usciamo nella fresca sera Sivigliana. Scopriremo solo poi che il freschetto (20 gradi) di quella sera ci è stato donato dal cielo per permetterci di goderci questa serata/nottata. Consci di avere poco tempo a disposizione e desiderosi di conoscere meglio questa città, ceniamo in velocità in un ristorantino assolutamente turistico che sta chiudendo e poi ci buttiamo in una perlustrazione notturna in moto tra le viuzze e i sensi unici che tempestano il centro storico. Alla fine, dopo mezz’ora di tentativi riusciamo ad arrivare alla Cattedrale tra gli sguardi curiosi dei netturbini che ci vedono esultare per il traguardo raggiunto e probabilmente non riescono a spiegarsi il motivo. Dal canto loro non posso che capirli dato che durante la notte ho girato mezz’ora per poi imboccare a rovescio un senso unico ed arrivare alla cattedrale, quando il mattino successivo “sbagliando” una rotonda ci arriverò davanti seguendo la via giusta.

Mappa del giorno



22 Agosto 2011

Decidiamo di dedicare anche tutta la mattinata a Siviglia per poi proseguire per Malaga nel pomeriggio. Facciamo colazione in un baretto, passeggiamo ancora un po scoprendo altre piazzette ed altri vicoletti, facciamo un po’ di shopping e poi ritorniamo in albergo, carichiamo le moto e ripartiamo.
Oggi è lunedì e ce ne rendiamo conto dal traffico che troviamo sulla tangenziale in uscita da Siviglia. Riusciamo perfino a rimanere incastrati in coda. Per fortuna una volta giunti a Dos Hermanas il traffico si “scioglie” e la strada per Ronda tornerà ad essere caratterizzata dalla presenza del “nulla” Andaluso. Arriviamo a Ronda ma non abbiamo purtroppo tempo per fermarci in visita. Il tempo di dare uno sguardo alla piazza principale e a “buttare” l’occhio giù dal ponte e siamo di nuovo on the road. Prendiamo la A366 attraverso la fantastica Sierra de las Nieves e da li la A354 per poi allacciarci con la A357 che ci porterà fino a Malaga. Caldo e stanchezza sono sempre con noi. Un piccolo battibecco rovinerà in piccola parte questo tratto e l’arrivo a Malaga sarà caratterizzato da lunghi silenzi nell’interfono. Sono abbastanza tranquillo perché la parte “esplorativa” della vacanza è terminata ed ora ci attendono 5 giorni di sole, mare e tanto dolce far niente. Solito casotto del navigatore, solito giro dell’oca per arrivare all’hotel, ma alla fine arriviamo.
L’hotel è vicino alla stazione, è molto bello ma è distante dal mare e questo ci fa sentire meno in “vacanza”, ma sarà una sensazione passeggera. La nostra camera è al 4° piano ed è veramente carina con un lettone enorme.

Mappa del giorno


23-24-25-26-27 Agosto 2011

Che bello stare in vacanza. In linea d’aria siamo a 2.500 km da casa. Ed a portarci qui sono state le nostre moto. Decidiamo di far trascorrere questi giorni all’insegna del relax, ponendoci come unico obiettivo quello di oziare in spiaggia ed avendo come unico onere quello di cercare delle belle spiagge. Sotto questo punto di vista questa parte della Spagna ci delude. Le spiagge sono troppo simili a quelle di casa nostra ed il mare non è poi sta gran bellezza. Ci consigliano di andare oltre Tarifa per trovare spiagge caraibiche ma non abbiamo decisamente voglia di spostarci di 250 km in giornata (che tra andata e ritorno diventano 500) solo per prendere un po di sole. La Malagueta ci regala una spiaggia carina ma che non soddisfa a pieno il nostro palato, mentre Torremolinos ci deluderà profondamente per l’obbrobriosità della sua spiaggia e per il sudiciume del suo centro arroccato.
Di lassù qualcuno ci viene incontro e una mattina seguendo la nostra Lonely Planet decidiamo di andare a Nerja, località turistica a 60 km a est di Malaga. Sbagliando strada capitiamo nella spiaggia de La Burriana. E’ un luogo da sogno. Sassi fini e rocce, acqua cristallina e chioschi in spiaggia che ci deliziano con una paella ottima e con dei crostacei grigliati da mille e una notte. Nota divertente durante il pranzo sono state le continue e ripetute cadute in una delle docce in spiaggia, probabilmente a causa del fondo viscido. Ci siamo sbellicati dalle risate alla faccia dei poveri malcapitati.
Viviamo Malaga di sera e siamo solo un po dispiaciuti di essere giunti qui giusti il giorno successivo la chiusura della Feria, evento che richiama migliaia di turisti ogni anno. Mano a mano che passano i giorni sentiamo la città sempre più nostra e quando purtroppo il calendario ci ricorda che è ora di partire, avvertiamo un senso di sconforto e di tristezza.
Sappiamo che il ritorno verso casa non sarà “leggero” ma questi 5 giorni a Malaga ci hanno decisamente ricaricato le batterie.

27 Agosto 2011

Salutiamo Malaga di buon mattino (si fa per dire..) dopo una abbondante colazione e dopo averci fatto “regalare” dall’albergo il costo del parcheggio delle 5 notti trascorse qui. In un baleno imbocchiamo l’autostrada in direzione est. Eh si…direzione est, nord est per la precisione..dopo tanti chilometri fatti in direzione sud-ovest, ha inizio il cammino a ritroso che in 3 giorni ci riporterà alla nostra amata casetta che comincia a mancarci.
La “tratta” di oggi l’ho stimata in circa 400 km che, come sempre si riveleranno assolutamente sottostimati e diventeranno in realtà 520. Alessandra mi snobba e mi prende pesantemente in giro per questo aspetto ma alla fine gradisce sempre gli itinerari che propongo anche perché prevedono sempre una tappa rifocillante.
Oggi vogliamo spaccare in due il viaggio prevedendo una tappa al Parco Naturale di Cabo de Gata a pochi chilometri dalla città di Almeria.
Lungo la strada avverto uno strano intontimento a cui li per li non faccio caso, dando colpa al sole che anche oggi sta prepotentemente scaldando ogni cosa.
La deviazione per Cabo de Gata si rivela un po’ più lunga del previsto anche in virtù della lentezza esagerata del traffico. Da Almeria a Cabo de Gata saranno più o meno 20 km (mia stima) ma impieghiamo quasi un’ora per arrivarci.
La strada finisce al parcheggio del faro. L’ambiente circostante è incontaminato e selvaggio. Decidiamo di fare una tappa ristoratrice e di fare un bagno in mare.
La spiaggetta ai piedi del faro è decisamente brutta. Complice la mareggiata della notte precedente l’acqua è molto torbida e piena di alghe morte ed in più il bagnasciuga è rivestito da un manto di altrettante alghe puzzolenti piene di insetti.
Delusi riprendiamo la strada verso Almeria con l’intento di trovare un posticino dove mangiare un boccone prima di affrontare i quasi 300 km che ci separano dalla destinazione di oggi che è Alicante.
Qui il solito angelo custode interviene. Il tratto di costa che avevamo alla nostra destra andando verso il faro non ci aveva colpito ma facendo la strada a ritroso ci accorgiamo che l’acqua è veramente azzurra e la sabbia molto bianca.
Un’oretta di bagno non ha prezzo..per tutto il resto ci sarebbe MasterCard ma il ristorantino (unico di tutta la costa) dove ci fermiamo a mangiucchiare una fritturina non la accetta e pertanto paghiamo il nostro pranzo con del vile (e poco) denaro.
Pronti, via… si riparte in direzione Alicante. Il caldo è sempre pressante ma fortunatamente allenta la sua morsa mano a mano che i chilometri scorrono, un pò perché è pomeriggio inoltrato o vuoi perché ci siamo lentamente spostando verso nord e quindi gli effetti sulla temperatura si sentono.
Il mio malessere aumenta. Mi sento stordito e molto stanco. Troviamo l’albergo velocemente ma purtroppo è un po’ distante dal centro della città, il che ci costringerebbe a usare le moto anche stasera ma alla fine optiamo per parcheggiarle cariche in garage e di uscire prendendo un taxi.
Alicante è una città piena di vita. Ci ero già stato diversi anni fa ma non avevo ricordi ben definiti. Mi ricordavo una specie di grande Jesolo e poco più ma mi sono dovuto ricredere. Molto carina, molto giovane e molto festaiola.
Riusciamo a cenare in un vicolo della zona pedonale che è una specie di enorme ristorante. File infinite di tavoli che si distinguono solo in virtù dei diversi colori delle tovaglie. Ottima paella e ottime tapas.
Due passi ma poi siamo costretti a tornare in albergo. Sono in preda ad un attacco di nausea e ho gli occhi che mi si chiudono.

Mappa del giorno



28 Agosto 2011

La nottata è stata un incubo. Ho dormito malissimo e mi sveglio letteralmente con un mattone sullo stomaco e con dolori tipici dell’influenza. Sono un po scoraggiato anche perché il trasferimento di oggi sarà lungo (590 km reali) e terminerà a Barcellona dove stasera il traghetto per Genova ci attende. Quindi non ci sono possibilità di errore. Se qualcosa oggi va storto, salterebbe il traghetto e tornare a casa diventerebbe complicato.
Siamo fortunati che il cielo oggi è cupo e pieno di nuvole e quindi riusciamo a viaggiare con una temperatura perfetta.
Temo di avere una forma influenzale o qualcosa del genere.
Una “tappa” forzata in area di servizio mi farà capire che c’è qualcosa che non va con il mio stomaco e le cose andranno via via peggiorando nel corso del pomeriggio.
Arriviamo a Barcellona con congruo anticipo (e con mio enorme sollievo). Alle 15.30 parcheggiamo nel park sotterraneo davanti a La Rambla. Da qui siamo a un chilometro dal porto (abbiamo già fatto la convalida dei biglietti prima di arrivare al parcheggio) e quindi possiamo dedicarci a una passeggiata nel centro della città, che già conosciamo bene ma che ci piace sempre di più.
Alle 20 sono KO Credo di avere la febbre e resto in dormiveglia su una panchina davanti al porto appoggiato alle gambe di Alessandra che inizia a spaventarsi perché non capisce cosa mi stia succedendo.
Le operazioni di check in e di imbarco sono regolari e veloci anche se con la febbre mi sono sembrate eterne. Ringrazio il solito angelo custode che all’epoca della prenotazione ci ha fatto trovare una cuccetta a prezzo scontatissimo. Mi butto a letto alle 23 dopo aver preso una aspirina e passerò 4 ore con la febbre altissima.

Mappa del giorno


29 Agosto 2011

Fortunatamente nella nottata e durante la giornata le cose vanno via via migliorando e questo ci permette, una volta arrivati a Genova (in perfetto orario peraltro), di prendere velocemente la via di casa, dove arriveremo in tarda serata.

Mappa del giorno



Totale dei giochi? 4.824 km in 14 giorni di “viaggio” vero. Un “viaggio”.. perché è cosi che abbiamo etichettato questa vacanza.
Tanti chilometri, qualche difficoltà, tante città attraversate, tanti check-in e check-out agli alberghi, tanti pranzi e tante cene in tanti ristoranti diversi, tanti (odiosi) caselli autostradali, tanti volti, tanti luoghi, tanti paesaggi… i nostri orizzonti ed i nostri “limiti” personali sono stati letteralmente surclassati e i chilometri del ritorno in terra italiana ci fanno già ragionare sulle prossime ferie… che saranno più impegnative… saranno ancora più “viaggio”… ma questa è un’altra storia che spero di poter raccontare tra 12 mesi…

2 commenti:

  1. Complimenti per la simpatia del racconto. Nella dinamica del viaggio avrei cambiato molte cose, ma va bene anche così, visto che ci siete andati nel periodo di massimo caldo.

    Zivas

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  2. Bellissimo viaggio ci andrò l' anno prossimo anche io

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